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amara ironia
Una strana sensazione mi ha colto al termine di questo libro. Qualcosa di non ben definibile a parole, una sensazione “di pancia”, intensa… un non voler credere ai propri occhi davanti a una realtà che ci sconcerta. Ammaniti ,con il suo stile ironico, dissacrante, a tratti onirico rappresenta situazioni surreali indagando senza remore nella meschinità umana. In questo sta la sua bravura , credo: nel rappresentare situazioni immaginate( ma assolutamente verosimili)che, senza bisogno di grandi sproloqui, lasciano riflettere, magari anche con una risata, sul mondo che ci circonda.
Già, perché mentre leggevo il libro più volte mi sono domandata: ma questa che leggo, potrebbe essere la realtà? E tutte le volte mi sono risposta che sì, purtroppo lo è.
A Villa Ada, storico parco di Roma, si prepara una festa colossale in onore di un palazzinaro arricchitosi in modo ambiguo; in tale sede si dipanano le vicende parallele di Saverio Moneta, impiegato di mobilificio e satanista a tempo perso, e Fabrizio Ciba, scrittore intellettualoide completamente ripiegato su se stesso. Tutto il “ bel mondo” di star e starlette varie della Tv accorre, chiassoso e sbrilluccicante , a questo evento “imperdibile”: tutto per ottenere il famoso quarto d’ora di celebrità, incurante di ogni cosa che non siano il proprio aspetto, il proprio guadagno e la propria immagine.
Esilaranti i non troppo convinti adepti della setta di Saverio, che più che un rituale satanico sembrano preparare una grigliata… oppure il chirurgo plastico che, candidamente, dichiara che il tempo delle figuracce, il tempo in cui si provava ancora vergogna per qualcosa, “è morto e sepolto. Se n’è andato col vecchio Millennio”.
Alla festa, trionfo del kitsch, accade di tutto : il maldestro tentativo di Saverio & colleghi di effettuare un rito, e con ciò trovare un senso alla propria vita, scatenerà un vero e proprio caleidoscopio di eventi tragicomici, con un finale inatteso e onirico, proprio dello stile dello scrittore.
Immagini forti, dialoghi surreali e ossessioni narcisistiche completano il quadro, stappando non di rado una risata e suscitando una riflessione, non troppo ottimistica, su cosa significa essere e apparire oggi.
“…Aveva capito che era necessario fare cose straordinarie(non necessariamente intelligenti) per farsi notare”.
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@Fonta: grazie, è vero, è un libro decisamente surreale...
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