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I pesci non chiudono gli occhi
 
I pesci non chiudono gli occhi 2012-08-14 16:18:36 giuse 1754
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giuse 1754 Opinione inserita da giuse 1754    14 Agosto, 2012
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Un'estate importante

Ci sono lunghi anni in cui sembra di non crescere mai. E brevi estati che segnano il punto di svolta tanto atteso, la linea di confine tra l’infanzia e una consapevolezza adulta.
Erri De Luca ci racconta proprio questo momento, che nella sua vita si è presentato durante la vacanza dei dieci anni, a Ischia.
Là conoscerà le prime sensazioni dell’amore, che lui sintetizza in un verbo: mantenere, tenere per mano.
L’altra mano è quella della ragazzina appena più grande che frequenta la stessa spiaggia.
Lei lo inizierà al senso dell’amore, della lotta per l’amore che gli racconta parlandogli del mondo animale, e al senso della giustizia che si trasformerà in vendetta per un torto che lui ha subito a causa sua.
Ma a Erri bambino sarà subito chiaro che non ci può essere giustizia se, per riparare a un dolore subito, se ne provocano altri tre.
Ho collegato istintivamente questo episodio alla vita adulta di De Luca, perché mi sembra che la decisione di non entrare in clandestinità, che avrebbe probabilmente portato alla violenza della lotta armata dopo lo scioglimento di Lotta Continua, abbia molto a che vedere con tutto questo.
D’altronde l’autore stesso dice: “In quel corpo sommario c’era la commozione e la collera degli anni rivoluzionari, nel latino c’era l’addestramento alle lingue successive, nel cratere del vulcano c’erano le montagne che avrei salito a quattro zampe.”
L’incontro con la ragazzina senza nome sarà legato per sempre al primo bacio, un bacio ancora infantile e al ricordo di lei che lo rimprovera: “Ma tu non chiudi gli occhi quando baci? I pesci non chiudono gli occhi.”
L’estate dei dieci anni sarà anche quella delle scelte importanti per la vita della famiglia. La madre deve decidere se restare a Napoli o raggiungere il marito in America e il bambino dirà alla madre che se lei non vuole partire, lui starà con lei perché “…Per uno nato a Napoli il destino è alle spalle, è provenire da lì. Esserci nato e cresciuto esaurisce il destino: ovunque vada, l’ha già avuto in dote, metà zavorra e metà salvacondotto…”
Il suo esporsi in prima persona, contrariamente a quanto è solito fare, gli darà la coscienza che potrebbe perdere il padre per sempre e che questa presa di posizione lo rende responsabile del suo futuro.
Anche questo significa crescere.
Ovunque nel libro si sente l’odore del mare: nella spiaggia assolata rinfrescata appena da un ghiacciolo, nel pesce pescato con metodo e ostinazione ma subito liberato, nella pizza alla marinara.
Tutta la vicenda è raccontata con l’incisività lieve della poesia, dove con scarne, ma esatte parole si può riassumere un intero ragionamento.

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Commenti

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Bellissima recensione, Giuse !
l'ho letto recentemente e concordo con la tua analisi !
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C.U.B.
14 Agosto, 2012
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E io concordo con Silvia, bellissima recensione.
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giuse 1754
15 Agosto, 2012
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Grazie.
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giuse 1754
15 Agosto, 2012
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Grazie, Silvia. E' una lettura che mi ha coinvolta e cercherò di approfondire altro di questo autore. Hai già letto qualche traduzione dalla Bibbia?
In risposta ad un precedente commento
silvia71
15 Agosto, 2012
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per ora tra le opere di De Luca che trattano il tema biblico ho letto " E disse", molto interessante!
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