Dettagli Recensione
Tanta noia
NOIOSO come pochi e RIPETITIVO in molte sue parti (per esempio i dialoghi si assomigliano fra loro e continuamente i personaggi tornano sugli stessi discorsi).
Sostanzialmente narra le vicende di un piccolo paese, Jato, che è in procinto di festeggiare il patrono, e attende, per l'occasione, l'arrivo del Duka, considerato il dio del jazz, direttamente dall'America. La visita di questo musicista dovrebbe tirare su le sorti della chiesetta del paese, che verrà chiusa per mancanza di fedeli. Il prete è aiutato da Rosario, tornato dall'America in occasione del funerale del padre, e in lite col fratello Pino ormai da anni (a causa di una donna, figurarsi!). Rosario inizia così a dirigere una piccola orchestra paesana e nel frattempo ha una tresca con la figlia (pazza, depressa, ecc...) del sindaco. Fanno da sfondo personaggi strambi e ambigui, come il signor Miranda, sedicente impresario discografico, che promette promette ma a un certo punto scappa... Inoltre si sente puzza di mafia qua e là.
Insomma: la trama sarebbe anche interessante ma messa come è messa no no e ancora no.
Ripeto, noioso.
Dalla prima pagina all'ultima tutti i personaggi e il bel paesino di Jato attendono con impazienza, quasi con ansia, l'arrivo di sto cavolo di Duka (ah..... alla fine ne arriva uno fasullo, ironica questa parte!AH AH AH) e quello vero di Duka lo vedono in pochi.
Per quanto riguarda le citazioni dialettali: davvero pesanti (e sottolineo che leggo molto volentieri Camilleri con la serie di Montalbano, per cui, nonostante io sia del nord, non disdegno questa strategia letteraria!)