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Conosco bene quel..... NOI.
Può un libriccino di poco più di cento pagine diventare una piccola macchina del tempo impostata sul passato? Io l'ho letto, ho impostato il timer sul passato a meno trenta e ho ricordato cose che lentamente andavano sbiadendo.....
Parlo del romanzo "L'INCONTRO" di Michela Murgia, che dopo Ave Mary torna alle sue origini in uno spaccato che tanto immaginario non è....
GRAZIE MICHELA!
Perché in queste poco più di cento pagine mi hai ricordato il vecchio "lato di bambina scalza sarda".... quella che, in un altro piccolo paesino assolato della stessa isola, una trentina di anni fa passava "magiche" estati con i cugini, con lo spauracchio de Sa mama de su sole e con il grande e temuto nonno Giacomo (il mio si chiamava proprio così) che esigeva ordine e disciplina a tavola e raccontava di un temibile Sarchiapone nascosto dentro il cesto da pescatore appeso sopra il divano nel quale qualche volta dormivo con mia cugina. Anche noi, come Maurizio e gli amici, passavamo le vacanze escogitando qualche gioco pericoloso o qualche scherzo ai danni del più piccolo....che per ripicca faceva la spia....e tutti in punizione. Allora si costruivano telefoni artigianali (con due bicchieri di plastica e un filo di nylon) per comunicare da una finestra all'altra durante "il confino" pomeridiano.
GRAZIE perché sono questi i libri che ti fanno capire quanto sei fortunato ad aver avuto un'infanzia "da romanzo", aver trascorso le tue estati di bambina all'aria aperta, con la "famiglia", quella indelebile e di forte presenza che sancisce il NOI dalla nascita.
Questo è un libro che si legge e rilegge carico di sensazioni forti e "collanti", quelle che spesso dimentichiamo, avvinti dalla freneticità della vita quotidiana che fa scorrere inesorabilmente il tempo e ti "allontana" dalle radici alle quali appartieni, al tuo IO-BAMBINA così importante da ricordare, magari da raccontare a figli e nipoti, per non dimenticare la fortuna di essere stati un NOI, di essere cresciuti liberi e scalzi.
Chiudere il libro, e scoprire all'ultima pagina che è una storia inventata, mi fa accaponare la pelle....perché io buona parte di questa narrazione, l'ho vissuta veramente!!!
La copertina poi, ti ricorda che il tempo scorre, il passato non torna ma può essere "fermato" su carta o nei racconti intorno al tavolo di ferragosto, dove il mio "nonno Giacomo" che ormai non c'é più, rivive più nitido che mai.....
GRAZIE.......
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Io giocavo a scoiattoli, mio cugino procurava il pranzo mentre io allestivo la tana.
Dopo anni ho scoperto che era il cibo del cane che mi portava a casa.
Ecco perche' lui non mangiava mai :-(
Bei tempi quando si giocava davvero !!!
In Sardegna ogni paese ha la sua fetsa paesana che dura giorni....
Ma il tuo racconto sugli scoiattoli mi ha fatto sbellicare dalle risate!!!
Io potrei scrivere un libro con tutte le scorribande e giochi rocamboleschi fatti con i miei cugini...
Peccato che i miei figli non abbiano questa fortuna!
@Cristina 72: è vero si è indifesi... ma quando io ero poco più che bambina, passavo le estati in un paesino di pescatori dove ci facevano girare "a pascolo brado" da soli.... oggi sarebbe inconcepibile...
@Fede: il libro consta di poco più di 100 pagine, ma è uno spaccato molto realistico dei pomeriggi torridi nei piccoli paesini sardi dove tutti si conoscono e si poteva girare davvero scalzi, l'ho fatto anch'io...
Forse la mia recensione è un pò di parte....
AHAHAHAHAHA !!!
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