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"Qualcosa di scritto" di E. Trevi - Commento di Br
“Qualcosa di scritto” di Emanuele Trevi è l’opera seconda classificata al Premio Strega 2012, distanziata per due soli voti dal romanzo vincitore (“Inseparabili” di Alessandro Piperno).
Al di là delle classifiche di concorsi dominati dall’egemonia della case editrici in un mercato – come quello dell’editoria italiana – che gli economisti definirebbero “oligopolio”, personalmente ritengo che un riconoscimento a Trevi avrebbe avuto un valore simbolico traslato: quello di onorare la memoria di un grande artista del secolo scorso. “Qualcosa di scritto” è infatti un'opera di critica letteraria sull’ultima produzione artistica di Pasolini (P.P.P.), con particolare riferimento a “Petrolio”, l’ultimo lavoro incompiuto di P.P.P. che tanto scandalo ha suscitato.
L’autore ha lavorato per la Fondazione intitolata al grande regista e dunque, grazie a questa esperienza giovanile e alla frequentazione di Laura Betti, scostante amica di P.P.P., propone la sua testimonianza e fornisce un’interpretazione piuttosto singolare della sensibilità visionaria di Pasolini.
Nel corso della trattazione sono rievocati alcuni momenti del pensiero e della vita di P.P.P.: su tutti, una vibrante rievocazione della terribile notte dell’1 novembre 1975, quella durante la quale, nella desolazione della periferia di Roma, Pasolini venne assassinato in modo spietato e con modalità che sembrano ricalcare una pagina di “Una vita violenta”. Con tutti i misteri che si adombrano sulle responsabilità di un ‘ragazzo di vita’ come Pelosi, detto “Pino la rana”.
Per il tema trattato, ritengo che l’opera sia particolarmente adatta a chi apprezza i saggi di critica, agli estimatori di Pasolini o a chi desideri approfondire la personalità di un uomo di cultura scomodo e originale. E tra costoro rientra anche …
… Bruno Elpis