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Bianca come il latte, rossa come il sangue
 
Bianca come il latte, rossa come il sangue 2012-07-27 22:00:48 Marisa
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
4.0
Opinione inserita da Marisa    28 Luglio, 2012

Un libro emozionante

"Bianca come il latte rossa come il sangue" (Mondadori 2010) è il primo romanzo del giovane professore-scrittore siciliano Alessandro D’Avenia.
Lo stile di Alessandro è curato ma non dotto, a volte ricercato ma non retorico e il linguaggio sa adattarsi molto bene ai personaggi. La lettura è gradevole e avvincente allo stesso tempo. È un libro fresco, sprizza giovinezza ma non si abbassa a descrivere situazioni degradanti, che spesso i giovanissimi vivono perduti tra sesso, droga, alcol e azioni al limite della legalità. D’Avenia non utilizza, come altri narratori tipo Moccia, lo strumento letterario per far breccia nei cuori degli adolescenti servendosi del turpiloquio o delle situazioni da sballo, per intenderci.

La narrazione è in prima persona, espediente che rende ancora più coinvolgente la lettura perché è attraverso gli occhi del protagonista che scopriamo il suo mondo, è attraverso il suo cuore che ci rendiamo partecipi delle sue stesse emozioni, della sua felicità e del suo dolore.
Leonardo, detto Leo, è un ragazzo di sedici anni come tanti, con le sue passioni, il calcetto e la musica, le sue amicizie (Silvia e Niko in primis) e l’amore (Beatrice, la “rossa”) che prepotentemente fa capolino nella sua vita trasportandolo in un vortice di emozioni che a volte lo fanno sentire piccolo piccolo, indifeso, incapace di gestirle. In sella al suo bat-motorino si sente un dio, quasi volesse calpestare il mondo che non gli piace così com’è per ricrearlo e plasmarlo a suo piacimento. Ma deve fare i conti con una realtà che non può cambiare, foriera di gioie ma anche di dolori. Con l’aiuto dell’amica Silvia e in particolare del suo prof di storia e filo (abbreviazione di filosofia, naturalmente) cerca di rincorrere un sogno che però si sgretola di fronte agli eventi imprevedibili della vita.

Leo odia la scuola, la considera una perdita di tempo, le ore passate in classe sono quasi un tormento ma, seppur inizialmente riluttante, si lascia a poco a poco conquistare dalle lezioni “fuori programma” di quel professore di storia denominato il Sognatore e considerato, come tutti i suoi colleghi, uno sfigato, uno dei tanti. Però quelle lezioni “fuori programma”, che Leo considera le migliori che il prof sia capace di inventare, lo conquistano.

C’è molto di Alessandro nel Sognatore: c’è la passione per la scuola, l’attenzione per i giovani e le loro problematiche, la voglia di capire il mondo degli adolescenti guardandolo a volte attraverso i loro occhi, altre volte con l’esperienza di chi sa quello che per essi è ancora ignoto.
È un insegnante che crede nel valore formativo della scuola, che non riserva ad essa il solo compito di istruire, trasmettendo nozioni. È un prof che valuta, perché questo è il suo lavoro, ma non giudica. E magari premia anche chi non ha studiato perfettamente la lezione ma ha dimostrato di saper ragionare: Proprio per questo Leo alla fine lo considera un mito.

Non sa risolvere i problemi, quel professore, ma sa aprire gli occhi e far scoprire il mondo ai giovani come Leo. Soprattutto è uno disposto a credere in loro.

C’è molto di Alessandro docente in questo romanzo. Non solo nelle citazioni dotte ma anche nella scelta dei nomi. Beatrice è colei che alla fine, pur inconsapevolmente, salverà Leo. Proprio come la Beatrice dantesca, colei che per il poeta fiorentino incarna la salus, la salvezza, appunto.
Beatrice è il rosso, il colore dei suoi capelli e del sangue che scorre nelle vene, e allo stesso tempo il bianco della vita:

"Bianca come il latte rossa come il sangue" non ha una trama scontata, per più di due terzi della narrazione si ha l’impressione di conoscere il finale, quello delle belle favole, dell’ “e vissero felici e contenti”. Ma il bianco e il rosso, filo conduttore dell’intero romanzo, non sono due colori messi lì a caso. Il rosso può essere gioia, può essere il colore dell’inchiostro che solca le pagine bianche della vita scrivendo una trama che non è mai prevedibile, mai scontata. Ma rosso è anche il sangue, il sacrificio.

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