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BastaunpocodiErrielapillolavagiu’
Con lui non sbaglio mai, Erri De Luca e’ diventato il mio sapone di Marsiglia. Uno di quei panetti che usava un tempo mia madre per il bucato a mano: le scritte in rilievo, bianco latte. Che scivola sulle mani con morbida schiuma e ti lascia quel senso di pulito esclusivo ed un profumo che permane a lungo. Cosi’ coi suoi libri mi lava l’anima dalle scorie di una giornata storta.
Questo romanzo ha tutti i tratti del ricordo. Arriva dal cuore, parla con la memoria, si insinua in te.
Ricordi di uno scrittore sessantenne di oggi, che tratteggia profondo il tempo di un’estate a Ischia durante il suo decimo compleanno. Dieci anni , che eta’ per un bambino, due cifre per la prima volta, lui sente crescere la sua personalita’ ma quell’involucro infantile tarda a cambiare.
Una ragazzina in vacanza, il primo amore, che non e’ nemmeno amore perche’ a dieci anni non si sa cosa sia l’amore. Ci si tiene semplicemente per mano e il palmo di lei e’ piu’ liscio della madreperla di una conchiglia.
Mare, profumo di mare, sapore di mare. Carretti e barche di legno, pescatori e donne coi canestri, mani callose, capelli ispidi al tatto. Pomodori e basilico.
In quella storia di bambino, ogni tanto si intromette un pensiero per il padre , o la madre. L’addio a loro, con la voce di un uomo adulto.
Non chiamiamoli salti temporali, sono le capriole dei ricordi, la cui cronologia altro non e’ che un battito del cuore, piu’ che una data su un’agenda.
Addio isola, l’estate e’ finita. Quanti addii anche da piccini.
Chissa’ chi e’ oggi quella ragazzina, chissa’ se oggi’ leggera’ questo libro che parla di lei.
Chissa’. Io la vedo, davanti al De Luca, con gli occhi sgranati dalla sorpresa.
Lui le dira’ – Chiudi quei benedetti occhi di pesce -.
Lei gli rispondera’ – Ma non posso. Se tu vedessi quello che vedo io, non li potresti chiudere.-
I pesci non chiudono gli occhi. Buona lettura.
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