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Sulle orme di Chiara e Soldati...
Andrea Vitali si conferma anche in questo romanzo scrittore di razza, sulla scia di Chiara e Soldati, nel rendere con pochi tratti magistrali l’ambiente genuino della sua amata Bellano e le beghe paesane dei suoi abitanti : buoni e cattivi, tonti o furbastri, tutti si danno da fare in un modo o nell’altro per tirare a campare nel miglior modo possibile, tra ambizioni di potere, storie di corna e fregature date e subìte. I personaggi, come in tutti i romanzi del bellanese Vitali, sono tanti : le loro storie si intrecciano in modo complesso, seguendo però sempre un filone riconoscibile, ruotando cioè intorno a pochi protagonisti, che appaiono e scompaiono, legando però sempre le vicende ed i personaggi tra loro. Il medico del paese, il dottor Aurelio Tornabuoni, funge da catalizzatore : oltre al ruolo di responsabile della locale sezione del Partito Comunista ( il romanzo copre un periodo che va dal dopoguerra agli anni ’70), consola, consiglia, riprende, riavvicina, fa insomma da intermediario risolvendo ingarbugliate matasse con la collaborazione del buon maresciallo dei carabinieri Pezzati. Le storie sono tant., C’è per esempio quella della bella Elena, figlia della sfortunata Leacle e moglie infedele di Eraldo Bonomi, ex comunista ed ora stracotto per il nascente Partito Socialista di Unità Proletaria , inviso a Benito Vitali che, cacciato dal PCI, veste la divisa di guardiapesca e trama le sue vendette personali. Dicevamo di Elena : è assunta come cameriera e badante dalla ricca Maria Grazia Perdicane, figlia di un imprenditore ( che, malauguratamente, annega tentando maldestramente di pescare) e moglie di Giuseppe Arrigoni (morto sifilitico, ma nessuno deve sapere la causa !) nonché vecchia fiamma del dottor Tornabuoni ; la bella Elena però attende la scarcerazione di un bellimbusto, tale Curzio Castronni (figlio scavezzacollo di un famoso notaio) di cui è innamorata, si licenzia da un impiego sicuro in un cotonificio ( dove era stata assunta su raccomandazione quando la Perdicane aveva chiuso la villa di proprietà per seguire le orme di un balordo, ma ricco, industrialotto di Lecco, tale Augusto Cillia,, arrestato poi alla frontiera svizzera per esportazione illecita di capitali e bancarotta) per fuggire con il predetto Curzio e piantare in asso il povero Bonomi, legittimo ma cornuto marito…. Tiriamo un po’ il fiato. Le vicende di Elena si intersecano con altre che fanno capo a Giuseppe Arrigoni, figlio illegittimo ma ampiamente riconosciuto e foraggiato dal ricco Quintiliano Arrigoni che morirà alla veneranda età di 103 anni alla fine del romanzo, “..disponendo che le sue sostanze andassero a finire alla parrocchia di Cernobbio”.
Da leggere, per capire quali drammi veri o presunti e quanti beffardi tranelli possano celarsi dietro le facciate di un apparentemente innocuo e tranquillo paese di provincia.