Dettagli Recensione
Una fiaba per adulti
Può nascere amore fra una sirena, impastata di acqua di mare, ed un contadino che ama solo la terra e il mare lo aborre?
Camilleri pensa di sì e ci racconta questa favola per adulti delicata e poetica in cui gli opposti si attraggono e si completano.
Maruzza Musumeci è il primo titolo della serie dedicata alle Metamorfosi, che si completa con “Il Casellante” e “Il Sonaglio” di cui ho già avuto occasione di parlare.
La trilogia presenta tre caratteri di donne forti, amorevoli, ammaliatrici – la donna sirena, la donna albero, la donna capra – provenienti da una lontana tradizione classica (Omero, Ovidio), ma calate nella realtà siciliana dell'inizio del secolo scorso, con tutte le componenti di attualità legate al periodo storico: la mafia, il fascismo, la misera condizione di vita della popolazione in un territorio arretrato e ricco di tradizioni.
La favola di Maruzza è, fra le tre, quella che conserva maggiormente l'impianto della fiaba: c'è tutta la malìa del racconto nato per i bambini, ma con argomentazioni da adulti.
È una lettura che cattura e si esaurisce in un paio di pomeriggi e lascia in bocca il buon sapore della merenda che preparava la nonna e la leggerezza di cuore che nasce dal racconto di una bella storia d'amore.
Meno drammatico di “Il Casellante”, meno spiazzante di “Il Sonaglio”, “Maruzza Musumeci” è il titolo giusto con il quale iniziare la lettura (consigliatissima) della Trilogia di Camilleri.
[…]
“Ecco, vi devo diri che lei si credi d'essiri 'na cosa che non è. Ma io ne canoscio a tante di persone che si cridino d'essiri 'n'autra cosa di quello che sunno.” […] Pirchì Maruzza pinsava che come fimmina fagliava di una parti 'mportanti e perciò non era capace d'aviri a chiffare con un omo”.
“Nenti ci capii. Voliti spiegarvi meglio?”
“Diciva che lei non teneva la natura, che era nasciuta diversa, che aviva sì le minne, ma che non teneva lo sticchio.”
“Avà! Ma che mi vinite a contare!”
“Ve lo giuro”.
“E pirchì diciva accussì?”
“Pirchì si cridiva d'essiri un pisci”.
“Un pisci?”:
“Pisci pisci, no. 'Na sirena”.
Gnazio si sintì pigliato dai turchi.
“'Na sirena di papore? Quelle che friscano 'n partenza e in arrivo?”
“Ma che minchiate dicite! Ca quali papore e papore! Non lo sapiti che è 'na sirena?”
[...]
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Commenti
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Sí!!!
Sono contenta perché so che ti piacerà.
Con riferimento alla complessità del racconto tendo a essere d'accordo con te, anche se il personaggio che ha messo radici profonde nel mio cuore é la donna-albero del Casellante.
Grazie del commento :-)
Vorrei capire se e' pesante per un non "madrelingua" .
Mi intrometto :) non è difficile, Camilleri ha una capacità così sottile e di facile interpretazione che si fa leggere bene...per nulla è il SOMMO ed è l'autore più letto in tutta Italia...e poi se hai qualche dubbio fai un fischio XD
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Non lo conoscevo ma questo potrebbe essere finalmente il mio primo Camilleri.
Mettiamola in ld la Maruzza...