Dettagli Recensione
Brutto, brutto, brutto.
Romanzo destinato a chi ha voglia di sfogliare le pagine credendo di leggere, anche se realmente i pensieri non sono su quelle righe. La storia, che potrebbe essere carina per l'idea, si rivela noiosa già dal principio.
Mandorla è ancora una bambina quando perde la madre, che la concepisce con un inquilino del numero 315 di via Grotta Perfetta, dove abita da poco tempo. La bambina, che è stata abituata da sempre a sapere che il padre è un astronauta in orbita - a quanto pare - da una vita, alla morte della madre si trova ad appartenere a tutte le famiglie residenti nel palazzo. L'inconfessato padre non vuole dichiararsi e così ad una delle solite riunioni condominiali-familiari si decide: "Mandorla è figlia di tutti" e da quel momento la povera piccola sarà costretta a fare sù e giù da un appartamento all'altro, figlia di tutti e di nessuno.
Lo stile, profondamente disordinato e incomprendibile, rende il libro assolutamente pesante e poco scorrevole; ad aggravare la situazione anche i frequenti errori di punteggiatura, che stancano il lettore per la poca chiarezza: insomma, provare non nuoce, ma in questo caso...