Dettagli Recensione
Sesso, salsedine e speranza.
Questa volta, vi chiedo uno sforzo.
Partiamo dalla fine.
Partiamo da un ragazzino di tredici anni che deve fare i conti con il suo non essere piccolo ma neanche grande, con il non essere adulto ma neanche bambino.
Partiamo da un ragazzino romano, Agostino, figlio scontento dellle sue origini borghesi ma al contempo incapace al di mescolarsi con il popolo.
È estate, un estate marina.
Bagno Amerigo Vespucci, bagno della Speranza.
La salsedine, il pattino nel mare, l'odore di pesce che proviene dalle imbarcazioni dei pescatori. Se appoggio le pagine all'orecchio il rumore delle onde lo sento anch'io.
È nell’arco di quest' estate che Agostino si scopre cresciuto rispetto a quel bambino che voleva tutte per sé le attenzioni materne. Ma è sempre in quell’estate che si rende conto di com’è considerato dagli altri: un bambino, appunto.
È il momento della scoperta, della metamorfosi, dell’inadeguatezza tutte insieme. E scoperta, metamorfosi, inadeguatezza tutte insieme generano confusione, quella che Agostino ha quando la mamma non lo tratta da uomo, quando i ragazzacci lo vedono come uno di loro e la guardiana del lupanare come il giovanotto pronto per fare "quell’esperienza lì".
È la presa di coscienza del cambiamento, è il dissiparsi delle ombre per fare del bambino di un tempo, un piccolo uomo.
"Agostino" è così... Un romanzo di formazione, di crescita, di scoperta, un passaggio obbligato nella vita di ognuno.
E poi mi soffermo sulla copertina e leggo "Moravia"
E a quel punto non serve aggiungere altro.
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