Dettagli Recensione
chi ha ucciso il premio strega?
Un libro che in potenza tocca tutti i problemi dei ragazzi contemporanei: annoressia, disagio, vuoto emotivo, scarso dialogo famigliare, omossessualità, bullismo; però sono tutti semi sparsi nel vento, non sono gettati in un terreno fertile che dia linfa e sostanza all'analisi sociale;il testo non tocca e forse, neanche fiora la profondità di questi vuoti esistenziali. E' un libro che potrebbe decollare e invece rimane basso, banale, scontato e prevedibile privo di brivido letterario. Anche la trama è mal congeniata sembra quasi che il fisico Giordano abbia iniziato il testo senza sapere dove andare a parare, il che è comune a molti scrittori che però sanno andare dietro alla musa senza perdersi, come invece fa questo novello premio strega. Esistono molti libri con una trama scarsa di eventi tutta giocata sui sentieri dell'animo (Dietro la porta di Bassani, Conservatorio Santa Teresa di Bilenchi, e altri) e i risvolti psicologici di certe esperienze, ma questo Strega non traduce in linguaggio i simboli dell'anima, non manifesta sulla pagina "l'insostenibile leggerezza dell'essere". Il titolo potrebbe essere un'ardità metafora letteraria che fa del principio dei numeri primi matematici lo specchio della solitudine degli esseri umani così vicini e pure infinitamente distanti tanto da non capirsi neppure comunicando con la stessa lingua, numeri che non hanno divisori comuni se non se stessi e l'uno. Forse il titolo solo ha tutta la profondità che manca al libro, magari Giordano si fosse fermato solo a quello!