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Gioco di nebbie...
C'è nebbia in questo thriller. Una nebbia fitta che occulta e sfuma gli oggetti. Una nebbia quasi demoniaca che avvolge inesorabilmente tutto. Sotto a questa coltre dalla densità variabile si muovono, inavvertiti e insospettabili passi silenziosi. Uno strusciare di sandali, un fruscio misterioso.
C'è la nebbia fisica, ma non solo: c'è l'annebbiamento mentale. Un groviglio di fatti, indizi che la nebbia cerca di occultare. Nebbia fisica e nebbia psichica. Poi ci sono Lisa, Silvio e Angelo che si ritrovano coinvolti in un gioco arcano e che tentano di svincolarsi dalle tradizioni, dalle leggende, dall'occulto. Cercano di districarsi in questo mare di nebbia che ondeggia e s'infiltra nel corpo, nella mente. Un fruscio di sandali. Un custode.
Un'avventura nelle selve di Lucedio, a cavallo di secoli, un ping pong misurato tra Medioevo e presente. Un rapporto avvolto dalla nebbia, misterioso, un indefinito che atterrisce, ma nello stesso tempo attrae. Nell'incertezza si muovono personaggi di altri secoli, di altri mondi, forse. Niente è chiaro, tutto è sfumato. Note misteriose si odono tra due epoche Uno spartito demoniaco, luciferino; un coccio forgiato con parole misteriose; una stoffa fatta scomparire. Occultare, Nascondere. Lasciare segreto. Difendere la Chiesa e lasciare decantare tutto nel sottosuolo. Non deve essere tutto svelato. Servono segreti. E vanno mantenuti. Aqua Bona e Nebbia.
Nuvolone mette in scena un thriller piuttosto coinvolgente, una lettura affascinante, ricca di ammiccamenti storici e realistica. Uno stile che rispetta generalmente l'obiettivo iniziale: quello di lasciare tutto avvolto nella nebbia. Niente è limpido. Nuvolone muove i suoi personaggi su un letto di nebbia, sfumato, circondati da un fruscio di sandali, Inquietante. In questo thriller, già apprezzabile per la storia in sè, si affrontano forze arcane: la razionalità e l'irrazionalità, il disvelamento e il segreto, l'occulto e il palese. Gli angeli e i demoni (in maniera figurata), la scienza e la religione. Si legge una critica al desiderio odierno di conoscere tutto, si denuncia il desiderio sfrenato di palesare tutto, di rendere cangianti le sfumature. E'l'indefinito, l'incerto che genera le varie interpretazioni e questo romanzo ci riesce benissimo. La nebbia sembra diradarsi, ma subito rimbomba, monta e riempe di nuovo il paesaggio, ricopre rabbiosa tutto con un impeto antitetico alla sua leggerezza. Anche essa ha un peso.
C'è solo una cosa che non ho sopportato: alcune descrizioni con i capelli che incorniciano e lo sguardo penetrante. Ma insomma, tutto si può perdonare e complimenti all'autore, merita! Leggetelo.
Sapendo delle difficoltà delle ricerche per averlo, ho cercato su internet a questo indirizzo: http://www.astilibri.it/cultura/dono_acqua.htm
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