Dettagli Recensione
Il novello Dante
Leo, il protagonista narratore, frequenta la prima classe del liceo classico. Ha due amici: Niko e Silvia, su cui sa di poter contare, con cui parla di calcio e di scuola. Il colore che domina la sua vita è il bianco, simbolo di assenza, di noia. La sua è assenza di interessi, di motivazioni, di capacità di riflessione; non c'è materia o argomento che lo interessi, l'unica cosa che sappia suscitare in lui un barlume di vitalità è il gioco del calcio e il suo motorino senza freni.
Ma c’è un nuovo colore che da qualche tempo si sta infiltrando in tutto quel bianco, è il rosso dei capelli di Beatrice, è il piacere di guardarla, anche senza parlarle, senza che lei sappia neppure il suo nome.
Un giorno entra in classe e nella vita di Leo un supplente speciale, parla di sogni, sa incrinare passo dopo passo le barriere che Leo frappone fra sé e tutto ciò che lo spinge a riflettere, a cercare di scoprire il vero se stesso.
Anche il pensiero di Beatrice si fa sempre più importante, diventa il suo sogno. Leo si sente un novello Dante, l’unico in grado di capire cosa sia l’amore, e lo crede ancora più fortemente quando scopre che la bella Beatrice è malata di leucemia. Il rosso diventa il colore del sangue, il bianco l’assenza di vita. La vita di Leo cambia, inizia a conoscere cosa significa avere un tumore, donare il sangue, non avere la testa libera per studiare, giocare, chiacchierare. Stare accanto a Beatrice, sostenerla, distrarla, aiutarla a tenere un diario diventa il suo compito quasi quotidiano. Beatrice gli detterà:“Caro Dio, oggi è Leo che ti scrive, perché io non ci riesco. Ma anche se mi sento debole voglio dirti che non ho paura, perché so che mi prenderai tra le tue braccia e mi cullerai come una bambina appena nata. Le medicine non mi hanno guarita, ma io sono felice. Sono felice perché ho un segreto con te: il segreto per guardarti, il segreto per toccarti. Caro dio, se mi tieni abbracciata la morte non mi fa più paura.”. E vivendo accanto a lei la visione della vita e il senso dell’esistenza di Leo cambiano drasticamente significato.
Attraverso questi personaggi D’Avenia costruisce un romanzo di formazione commovente e dolce, senza retorica, in cui gli eventi drammatici portano alla scoperta della propria essenza e in cui l'iniziazione alla vita avviene attraverso la morte di una coetanea.
Accanto a Leo spiccano alcuni adulti, per le loro doti di “aiutanti dell’eroe”: la figura del padre che esce dagli schemi genitoriali e comprende le difficoltà del figlio facendosi suo complice e confidente; il prof. soprannominato Sognatore, che sa ascoltare e spingere il giovane a guardarsi dentro e a farsi uomo. Sono adulti che, però, non tradiscono mai il loro ruolo di guida: l'amicizia con il professore non impedisce a questi di interrogarlo con severità, la fuga da scuola verrà punita dai genitori; ma i grandi sapranno anche mediare, ascoltando le sue buone ragioni e trattandolo insomma da persona consapevole di sé.
Infine, una menzione speciale va all’amica Silvia, che come sempre capita in queste occasioni è segretamente innamorata dell’amico Leo e lo nasconde bene, tirandosi in disparte, ma senza evitare di imbrogliare un po’ le carte come farebbe ogni donna innamorata che si rispetti, pur pentendosene subito dopo.
L’autore dosa con sapienza le sue conoscenze letterarie in una narrazione studiata per essere semplice, per risultare realmente frutto della penna di un adolescente.
Il romanzo fa sorridere e commuove, risultando piacevole e adatto a degli adolescenti, ma anche a degli adulti. Diverte, inoltre, che il lettore sia spinto a intravedere l’autore, insegnante di lettere nella vita, fare l’occhiolino ora dietro il prof. ora dietro il protagonista.