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Conoscersi: che affascinante avventura..!
Giulia e Mia.
Madre e figlia.
Due donne bambine. A diciotto anni nel corpo, per forza. A sessant'anni nella testa, per debolezza. Il tempo che si diverte a rovesciare la clessidra.
Una madre e una figlia che non riescono a parlarsi, che si scrutano da lontano, immobilizzate dal loro "essere di legno", dal loro essere anaffettive.
"Il legno sembra fermo, ma è sottoposto a pressioni interne che lentamente lo spaccano.
La ceramica si rompe, fa subito mostra dei suoi cocci rotti.
Il legno no, finché può nasconde, si lascia torturare ma non confessa.
Io sono di legno."
Due donne apparentemente sicure delle proprie scelte, così vicine eppure così distanti, così convinte che vivere secondo teoremi precisi sia la soluzione migliore per non far scalfire la corteccia del proprio io, che finiscono per non riuscire nemmeno a comunicare.
E il peso di tutto il "non detto" finisce in due diari.
Due diari.
Due storie.
I segreti reciproci e il passato.
"Nella storia di ogni persona c'è una diga. Da una parte, l'acqua che cresce e scalcia ed è energia. Oltre lo sbarramento, la terraferma. Tu di me sai la terraferma. E allora ti racconto l'acqua che non hai mai visto."
Giulia e Mia si parlano a distanza. Un dialogo forzatamente spontaneo. Un confronto sul tempo che passa e che cancella tutto, uno scontro sulle tematiche giovanili.
Due mondi apparentemente opposti, che convergono in un essenziale bisogno di parlare, di confrontarsi, di aprirsi alla vita e di riscoprirsi complici.
Perchè il legno non si lascia scalfire, è tosto. Ma sotto l'acqua può anche ammorbidirsi.
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