Dettagli Recensione
Per amanti della storia
La parte iniziale è troppo lenta, per quanto riguarda lo sviluppo dell’azione; la parte centrale è poco chiara, per quanto riguarda i personaggi, perché non si capiscono spostamenti e coincidenze.
Il linguaggio è troppo arcaicizzante nella parte iniziale ma diviene contemporaneo dalla metà del libro.
Per quanto riguarda l’analisi dei personaggi risulta che il protagonista, Carlo, è un personaggio abbastanza centrato, perché si capisce cosa vuole, è consapevole di sé e della situazione e del voler cambiare. Al contrario di molti suoi amici che si sono persi lui riesce a diventare qualcuno.
Ad un certo punto, però,diventato uno del sistema e davanti al dilemma di una scelta tra il bene della sua famiglia e le sue idee ha preferito indiscutibilmente la sua famiglia.
Micheal, suo figlio, poteva permettersi, invece, di fare una determinata scelta, è un personaggio più libero, non ha conosciuto la povertà del padre. Non sa cosa significa perdere tutto.
Le figure femminili sono in ombra: Rosina, moglie di Carlo, non si è mai opposta alle scelte del marito, anche perché la mentalità dell’epoca non lo permetteva; ribellione che invece ha tentato inutilmente soltanto la madre di Carlo.
Il libro mi è piaciuto, a parte queste critiche, è abbastanza coinvolgente e poi parla di un periodo dell’Italia che è a me molto caro. Per me gli emigranti sono stati e sono persone molto coraggiose.
Il romanzo è di impostazione storica ma più per “addetti ai lavori” che per profani della materia.
Il titolo è centrato storia, la trama è sviluppata bene e segue un filo logico, non ci sono troppe digressioni.
In conclusione, è un romanzo da leggere.