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Accaieria Lucchini: un micromondo universale
Leggere ACCIAIO é yoga per la mente, un esercizio di autoanalisi. La narrativa della Avallone é un percorso a tappe nella conscienza di ogniuno di noi: ogni azione, frase detta ( e non detta), evento, avvenimento, assume un valore la cui profonditá va aldilá dei limiti della realtá generando un’intensa riflessione. I casermoni di un lotto residenziale di via Stalingrado a Piombino constituiscono il frammento spaziale di cui l’autrice si serve per posizionare le vicende del suo racconto e, da queste, sciorinare l’essenza piú intima dell’ego umano. Sebbene con un pó di incertezza iniziale la prosa acquista fliditá nel corso della lettura disprendendo un notevole senso di coerenza e soliditá. Nel suo pentolone magico la fattucchiera Avallone rimesta libido e pubertá, ormoni e ribellione, fatica, sofferenza e instabilitá per generare l’incantesimo finale del destino: l’homo smette di essere faber fortunae suae e finisce dichiaratamente vittima della tracotante scacchiera della sorte, dove un pedone che guadagna il pane nella acciaieria Lucchini, non riuscirá mai a diventare fante o re e dove se non sta attento rischia di morire.
Questo libro é consigliato a coloro che vivono nella consapevolezza che nulla é stabilito a priori e che, da buoni funamboli, cercano impavidi di arrivare all’altra estremitá della corda. Prima o poi qualcuno cadrá.