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Non dico amarlo, ma leggerlo si
Un romanzo che cerca di inserirsi nella "letteratura di fabbrica" senza riuscirci pienamente: la fabbrica è solo di sfondo alla reale vicenda. La storia narra di due ragazzine, Francesca e Anna, e del loro ingresso nella vita degli adulti, o meglio nell'età dell'adolescenza, con i primi amori e le prime delusioni.
Certo, la vita che racconta è tremenda: famiglie disastrate, padri padroni che picchiano mogli e figlie; giovani che si massacrano di lavoro nelle acciaierie e poi passano le notti ad ubriacarsi o a"sniffare" cocaina senza sogni nè aspirazioni; l'ambientazione di una periferia povera, degradata e cadente.
I personaggi un po’ troppo stereotipati, la storia un po’ banale, amori e tradimenti, ma è un romanzo che si fa leggere, niente di memorabile, scritto in maniera semplice con un linguaggio colloquiale, ma concediamo all'autrice una possibilità, è il suo primo romanzo crescerà.