Dettagli Recensione
Top 10 opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Per una possibilità di pace
Non nascondo che era tanta la curiosità di leggere questo libro, scritto a quattro mani da due amiche virtuali.
In cuor mio, però, avevo il timore di restare deluso, insomma di trovarmi fra le mani un’opera appena accettabile, e ciò non tanto per sfiducia nei confronti delle autrici, quanto per la difficile tematica affrontata, con quell’eterna guerra fra israeliani e palestinesi, di cui molti, anzi troppi, hanno scritto, sovente abbracciando la causa di una delle parti in conflitto.
Aggiungo, poi, che mi destava perplessità l’ambientazione in un territorio ove le due scrittrici non erano mai state; anche il fatto che i due protagonisti principali fossero un palestinese e un’ebrea poteva lasciar intendere più una narrazione di una vicenda d’amore che un vero e proprio approfondimento delle cause di questo conflitto.
Diciamo, pure, per farla breve che temevo che ci fosse una diffusa superficialità.
Quindi ho preso fra le mani il libro con curiosità, ma anche con la riserva mentale di leggere qualche cosa di non piacevole, il che avrebbe provocato una mia mancata recensione, evento che avrei voluto evitare alle mie amiche.
Dibattuto in questi sentimenti, con un pensiero costante a come uscire dall’impasse di un eventuale mancato gradimento, ho iniziato a leggere.
Non racconto la vicenda per ovvi motivi, perché c’è una tensione, quasi da thriller, che porta all’epilogo e svelare, sia pure per sommi capi, la trama mi sembra francamente una mancanza di riguardo nei confronti delle autrici e, soprattutto, dei lettori.
Dopo questo lungo, ma indispensabile preambolo, verrà naturale chiedersi come ho trovato questo romanzo, il giudizio insomma che è maturato dentro di me.
Già il fatto che io sia qui a scriverne dovrebbe essere indicativo, perché La guerra dei sordi è un ottimo libro, per diversi motivi che delineo di seguito.
La trama è innanzitutto molto azzeccata, perché presenta tutto quanto può interessare un lettore: una zona di conflitto permanente, un amore fra due che dovrebbero essere nemici, una serie di colpi di scena mai ingiustificati e una stupenda conclusione.
Aggiungo che i riferimenti storici degli eventi sono precisi, la descrizione dei luoghi convincente, come se chi ha scritto vi avesse soggiornato a lungo, ma quello che più mi ha colpito è stata l’atmosfera di tensione e di insicurezza che le autrici sono riuscite a ricreare senza rendere cupo il tutto e lasciando quindi adito a delle possibili speranze.
Laura Costantini e Loredana Falcone, inoltre, hanno avuto la capacità di non cadere nel tranello di prendere le difese dell’uno o dell’altro contendente, evitando proprio l’aspetto politico della questione e invece evidenziandone le caratteristiche umane.
Non si sono poste in alto a osservare, ma hanno guardato dal basso, quasi mescolandosi fra gli ebrei da una parte e i palestinesi dall’altra, avvertendo le loro paure, l’insicurezza costante che accompagna da più di mezzo secolo la vita di due popoli, cercando di comprendere le ragioni dell’uno e dell’altro.
E la conclusione, le ultime pagine sono quanto di meglio potessero offrire come contributo per risolvere una situazione apparentemente insanabile.
C’è tanta umanità, tanto rispetto per gli altri in questo libro, ma soprattutto c’è la speranza che se gli uomini di tutti i giorni dell’una e dell’altra parte abbandonassero le motivazioni distorte della politica e delle religioni potrebbe nascere finalmente la pace.
Il libro, quindi, mi è piaciuto e ne consiglio vivamente la lettura.