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L'invito a colorare il bianco
Insomma, mai avrei pensato di ritrovarmi qui a scrivere la recensione di un libro da cui avevo preso le distanze, forse a torto, ma il destino ha rimediato; certo, non sono stato folgorato, ma neanche deluso, anzi.
Apparentemente, il libro può sembrare la descrizione della storia d’amore tra ragazzi, un testo che cerca di capire e di analizzare il mondo giovanile. Tuttavia, appena dietro la scorza di storia romantica, si nascondono tematiche completamente differenti. Il libro è un inno, non solo a cogliere ogni attimo della nostra vita, ma anche a seguire i propri sogni. È grazie ad essi che si nutrono le speranze, le aspirazioni le fondamenta su cui si sviluppa la nostra vita. I sogni non sono pensieri eterei e trascendenti, ma sono (e devono essere) compagni da seguire e raggiungere. Il testo è evidentemente rivolto ai giovani: i capitoli brevi, il lessico colloquiale e a tratti volgare, la sintassi semplice ed estremamente comprensibile riflettono non solo la psicologia dei personaggi descritti nel testo, ma esprimono anche il desiderio dell’autore di fornire ai giovani un romanzo di facile comprensione e riflessione. Ciò è lampante, qualora si considera la semplicità, spesso eccessiva, con cui vengono presentati i ragionamenti del Sognatore e di Leo stesso. Appare dunque, almeno in parte, un buildingsroman destinato a ragazzi digiuni da letture impegnative (ma neanche gli adulti lo disprezzaranno). Ciò non toglie che il romanzo sia abbastanza valido, con contenuti che, se posti in relazione con il panorama sociale attuale, offrono sicuramente spunti di riflessione. Infatti, mentre la grave crisi non solo economica ( ma anche, e soprattutto, ideologica e morale) pone in discussione le certezze, è quanto mai necessario tornare a sperare e confidare nel futuro, senza però trascurare il presente. Il libro, dunque, racchiude un messaggio d’amore e di fede in qualcosa di più grande. Leo è il simbolo di molti ragazzi che presi da musica, sport e chiacchiere non riflettono sul futuro, anzi lo temono. Il messaggio che traspare dal libro è senz’altro condivisibile, anche se la storia creata per sostenere tali tematiche rappresenta un’estremizzazione mendace del mondo giovanile. L’autore, infatti, recupera molti luoghi comuni, spesso non veritieri e li porta al limite. D’altronde resta pur sempre un romanzo ISPIRATO (e non copiato) dalla realtà.
Al di là della trama è interessante notare un passo del libro "L'amore non esiste per renderci felici, ma per dimostrare quanto sia forte la nostra capacità di sopportare il dolore”, frase pronunciata dal Sognatore quasi parallela a quella poco più avanti: “Regalare il proprio dolore agli altri è il più bell'atto di fiducia che si possa fare”. Bene, è questo ciò che differenzia il romanzo da una storia d’amore: una riflessione, tutt’altro che banale, sul dolore e sull’amore, frasi che ci permettono di pensare in un'altra ottica, di aprirci la mente. Tuttavia, probabilmente, “il sugo di tutta la storia” è una frase pronunciata, o meglio, pensata, da Leo: “I sogni guariscono qualsiasi male, qualsiasi dolore. I sogni colorano qualsiasi bianco”.
Bianca come il latte rossa come il sangue è l’invocazione a colorare la nostra vita, a sperare e confidare in qualcosa di più grande, accentando il proprio destino, ma trascorrendo quanto più intensamente possibile ogni attimo della propria esistenza. Il romanzo è una chiave di lettura per vedere con altri occhi la paura perché “è normale avere paura. Come è normale piangere. Non vuol dire essere vigliacchi. Essere vigliacchi è fare finta di nulla, voltarsi dall'altra parte. Fregarsene.”
L’autore ci propone dunque, un libro a sfondo quasi filosofico, nel quale l’amore non è che un espediente per poter raccontare: le vere forze in gioco sono i sentimenti, gli stati d’animo e la maturazione; elementi, questi, che seppur espressi diversamente da personaggio a personaggio, anelano alla vita.
Alla luce di ciò, mi sento di affermare che non tutti i casi editoriali sono pessimi, alcuni nascondono sorprese inaspettate (e pensare che il bianco è il mio "non"colore preferito). (Scusate la lunghezza)
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Commenti
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Comunque sia, reputo il romanzo per un pubblico anche NON adolescenziale. Ma per chi nel mondo adolescenziale vuole gradevolmente calarsi.
Io che sono giusto giusto in un periodo POST adolescenziale :D l'ho molto apprezzato.
E pure mia madre. A mio avviso per tutti, chiaramente sapendo a priori a cosa si va incontro.
Ho il libro in questione nella pila da leggere, avevo letto commenti non proprio positivi, ma la tua opinione mi rassicura!
Continua così!
Chapeau Daniele!
Sei bravissimo!
Su questo libro sono d'accordo con te, ho iniziato a leggerlo con diffidenza ma mi ha piacevolmente stupito! :)
Ma bravo cento volte!!!! sei un mito! :)) perdonata anche la lunghezza, hai comunque "bucato lo schermo" con questa rece ;))))
E questo libro, a questo punto, me lo leggo e me lo leggo!!! tra te e CUB mi avete convinto! ;)
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perchè scrivi e ti esprimi con una proprietà di linguaggio e una maturità che in un sedicenne non si trovano spesso, e mi lasciano davvero esterrefatto!
:))))))))))))))))))