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"INSEPARABILI"
Ci si avvicina ad un libro sempre con un’ aspettativa o, al contrario spesso ci si allontana con un pregiudizio. Quando mi sono trovata tra le mani “Inseparabili” non sapevo davvero cosa aspettarmi. Mi allettava la copertina, o forse il titolo, nessun altro appiglio. Ho iniziato a leggerlo con una coscienza neutra che di solito è difficile mantenere, di fronte ad un romanzo che si attende da tempo o che si è desiderato con tutte le proprie forze.
Dopo un inizio tiepido, la storia racchiusa tra le pagine ha iniziato ad interessarmi, a rapirmi.
A raccontare di Filippo e Samuel è una voce terza, esterna, che sembra però sapere tutto di questi ragazzi, della loro famiglia, delle loro vicende attuali e passate.
Filippo e Samuel Pontecorvo sono fratelli. Hanno entrambi vissuto da piccoli la terribile vicenda che si è riversata sulla loro famiglia: il padre, Leo, famoso medico, accusato di molestie sessuali dalla fidanzatina dodicenne di Samuel, si era rinchiuso nello scantinato per mesi e mesi, scantinato da cui non era più uscito vivo.
La colonna sonora di quegli eventi è stato un silenzio raggelante.
Un silenzio che si è sottilmente instaurato nella casa, nei rapporti con il padre, tra la madre e i due figli ed infine nei confronti di quella stessa vicenda che senza rumore ha rotto ogni equilibrio.
La tragedia di casa Pontecorvo è rimasta poi come una malattia latente nelle menti dei superstiti, se ne sta lì in agguato, muta, pronta a trovare però uno spiraglio da cui irrompere come un animale feroce.
Gli anni poi sono passati, la vita è andata comunque avanti ed ecco qua i due fratelli ormai alle soglie dei quaranta.
Il maggiore Pontecorvo,Filippo, ipocondriaco di esperienza, sfaccendato che ha fatto dell’arte del non far nulla, e del non saper far nulla, uno stile di vita e che ha sposato un’attricetta, ex di Non è la Rai, figlia di papà ricca e viziata, che lo mantiene e lo assilla con i suoi mille tormenti e le sue mille paranoie, si ritrova impensabilmente al successo grazie a qualcosa che lui ha prodotto.
Si, perché la sua passione per i fumetti, per quei disegni che fa sin da bambino, si trasformerà in un film proiettato addirittura a Cannes e idolatrato dai critici e poi dalle folle. Un po’ meno da quegli estremisti islamici che invece lo vogliono accoppare. E Filippo inizia pure ad avere un po’ di paura.
Samuel, il secondogenito, quello che invece fa sempre tutto bene, brillante a scuola e nei rapporti sociali, è intrappolato peggio di un pesce nella rete. Praticamente cosa c’è che va nel verso giusto nella sua vita?Niente. Gli affari vanno male, anzi peggio, peggio di come siano mai andati. Si sta per sposare con una donna, con cui non ha rapporti intimi da anni e quelli che ha avuto erano uno strazio. Ha pure un’amante, ma anche qui non fila affatto liscia. E Samuel inizia pure un po’ a preoccuparsi.
E’ in questo frangente che i due fratelli si cercano, l’uno prova a chiedere conforto all’altro, scovando però un solco profondo che li ha divisi, che ha trasformato quei due esseri così amalgamati in due entità distinte e un po’ ostili. Sarà solo affrontando le beffe del presente e spolverando la cappa opprimente dei silenzi del passato, che i due potranno ritrovare quell’unicità che li distingueva nell’infanzia, la magia di quel disegno fatto da Filippo, che ritraeva due uccellini Inseparabili travestiti da supereroi, l’uno accanto all’altro, uno grande uno piccolo, uno Filippo e uno Samuel.
Ironica e beffarda, lucida e paranoica, è la voce che narra questa storia così particolare, che mescola presente, passato, futuro e pure qualche disegno qua e là tra le pagine.
Essere completamente neutra mi ha aiutato, mi ha fatto apprezzare questa storia che non saprei definire con le mie elementari caselle di genere, ma che posso tranquillamente consigliare come una lettura assolutamente piacevole.
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