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TUMORE BIANCO
C’e’ il bianco. E poi c’e’ il rosso. C’e’ l’amore e c’e’ il dolore.
C’e’ che magari si e’ solo ragazzi, poi si cresce, seppur continuando ad avere sedici anni.
Leo e Beatrice .
Scritto con una penna fortemente adolescenziale, che devo ammettere non e’ quella che prediligo - per questo il voto medio allo stile - talvolta un po’ prolisso, sono certa che la prosa di D’Avenia possa essere molto piu’ matura all’occorrenza.
Ma la scelta dell’autore in questo suo primo romanzo altro non fa che rendere ancora piu’ coerente e realistico il contenuto. In fondo l’io narrante e’ un sedicenne, che dei suoi pensieri, lunghi tanto quanto un intero anno scolastico, ne fa un libro.
E allora perche’ criticarne lo stile , mi son detta ?
Qui i protagonisti sono sedicenni, lasciamoli esprimere a modo loro.
Ma a voi nella vita’ e’ mica capitato di avere sedici anni per caso ?! A me sì. E qui li ho rivissuti.
Con tutta la debolezza, la rabbia, le incomprensioni, l’immane divario col mondo degli adulti, le scemenze, i motorini, l’ingenuita’, la lealta' e l’incoscienza, la cattiveria, gli sbalzi ormonali, la scuola, le interrogazioni, i mostri o le fate nascoste nell’asettico e misterioso involucro corporeo di un professore.
Essere rabbiosi di un nero che piu’ nero non si puo’, odiare tutto e tutti e poi in un attimo, col volto scavato dalle lacrime camminare per strada cantando a squarciagola perche’ la vita e’ una ed e’ splendida. E spalancando la porta di casa, mamma e papa’ ti osservano rassegnati.
Leo che ama Beatrice.
Di un amore scisso dal sesso, perche’ Beatrice non si sfiora nemmeno con le parole.
Beatrice bisogna solo renderla felice.
E lei che nemmeno lo sa. Beatrice coi capelli rossi come il fuoco. E gli occhi verdi come il paradiso.
E poi c’e’ Silvia, che ama in silenzio.
E poi c’e’ Sognatore, un insegnante trentenne che incuriosisce anche le menti piu’ annoiate, che lascia le sue frasi appuntate col gesso sulla grigia lavagna di un’aula semivuota.
Che tanto sa dare ai suoi ragazzi e forse molto di piu’ riceve.
Semplice, pulito e dolce, commovente, frizzante, profondo e delizioso e’ un inno all’amicizia, alla vita , alla solidarieta’.Visto con gli occhi di un adolescente. Vissuto con la forza sopita e malata di una fatina colpita dalla leucemia.
D’Avenia e’ un insegnante, un giovane insegnante.
Ed io, sia lui come sia, me lo immagino come Sognatore, con uno zaino e un libro, mentre spiega come imparare a coltivare un sogno.
“ Se fosse profumo: la sabbia al mattino presto, quando la spiaggia e’ sola con il mare.”
Buona lettura.
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Commenti
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E grazie a Rondi che ha scambiato il libro con me, era da tanto che lo avevo in LD :D
w gli scambi :-))))))
E poi... Bravissima, una recensione davvero toccante e sentita!
;D
Non serve io ti dica quanto e quanto e riquanto ho pianto :-D
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Bella recensione, mi trovi perfettamente d'accordo:)