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Venuto al mondo
 
Venuto al mondo 2012-05-12 13:49:07 bibliologa
Voto medio 
 
4.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
bibliologa Opinione inserita da bibliologa    12 Mag, 2012
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Emozionante, struggente: da leggere

Dopo Non ti muovere, con una scrittura che è cifra inconfondibile di identità letteraria, Margaret Mazzantini ci regala un romanzo-mondo, opera trascinante e di forte impegno etico, spiazzante come un thriller, emblematica come una parabola: un libro che ho amato molto nella prima parte, nella descrizione tra l'amore tra Gemma e Diego, nello stile diretto e talvolta drastico, quasi brutale, dalla lettura traspare tutto il dolore della maternità voluta, cercata ma negata. Sconvolgente è vedere una guerra attraverso la penna diretta e spietata di Margaret Mazzantini.
Evitando accuratamente i pietosismi superflui l’autrice dà prova di sé in questa opera, con un linguaggio che ormai ha carattere distintivo, e che non lascia spazio a fraintendimenti o edulcorazioni.
La storia parla di un uomo e una donna, due anime che si incontrano nella Sarajevo degli anni 80. Dall’amore tra i due si passa alla ricerca di un figlio, e qui, con sensibilità ed espressione superba, Margaret Mazzantini da voce al dramma della ricerca disperata di una maternità. La storia scivola gradualmente in territorio bellico, le scene si fanno crude, lo stomaco si stringe su determinati passi, l’orrore prende spazio e tocca tutti i personaggi: storie e realtà sono abilmente tratteggiate tanto da familiarizzare con il lettore che li sente vicini, parenti, fratelli, nei quali a volte il lettore si identifica.
Tutti perdono, nessuno escluso.
Rimane l’amore per un figlio, l’amore più grande che possa mai esistere.
Un romanzo complesso da leggere per certi aspetti, ma una storia che difficilmente si dimentica.

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Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Dopo Non ti muovere, con una scrittura che è cifra inconfondibile di identità letteraria, Margaret Mazzantini ci regala un romanzo-mondo, opera trascinante e di forte impegno etico, spiazzante come un thriller, emblematica come una parabola: un libro che ho amato molto nella prima parte, nella descrizione tra l'amore tra Gemma e Diego, nello stile diretto e talvolta drastico, quasi brutale, dalla lettura traspare tutto il dolore della maternità voluta, cercata ma negata. Sconvolgente è vedere una guerra attraverso la penna diretta e spietata di Margaret Mazzantini.
Evitando accuratamente i pietosismi superflui l’autrice dà prova di sé in questa opera, con un linguaggio che ormai ha carattere distintivo, e che non lascia spazio a fraintendimenti o edulcorazioni.
La storia parla di un uomo e una donna, due anime che si incontrano nella Sarajevo degli anni 80. Dall’amore tra i due si passa alla ricerca di un figlio, e qui, con sensibilità ed espressione superba, Margaret Mazzantini da voce al dramma della ricerca disperata di una maternità. La storia scivola gradualmente in territorio bellico, le scene si fanno crude, lo stomaco si stringe su determinati passi, l’orrore prende spazio e tocca tutti i personaggi: storie e realtà sono abilmente tratteggiate tanto da familiarizzare con il lettore che li sente vicini, parenti, fratelli, nei quali a volte il lettore si identifica.
Tutti perdono, nessuno escluso.
Rimane l’amore per un figlio, l’amore più grande che possa mai esistere.
Un romanzo complesso da leggere per certi aspetti, ma una storia che difficilmente si dimentica.

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hai invertito l'ordine, la recensione va sopra:) ciao ciao!
ottimo commento comunque
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