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Perdenti ma non sconfitti
Versilia, terra di vacanze da copertina, ma accano alle storie di chi si diverte solo poche settimane all'anno c'è la vita di tutti i giorni di chi qui ci vive, accanto alle luci , al lungomare affollato d'estate , ci sono le anime seccate al sole di quattro personaggi per cui sembra essere sempre inverno, quando le case e le strade si svuotano e si resta soli con i propri limiti e le proprie debolezze. Le vicende iniziano negli anni ottanta e poi riprendono ai giorni nostri, quello che sta in mezzo viene quasi dedotto o raccontato di sfuggita, immeritevole di menzione. Quei lunghi giorni sono quelli che hanno fatto di quattro ragazzi gli adulti che sono oggi, ognuno a suo modo insoddisfatto, sfinito, solo, a inventarsi una vita che non è quella sperata, a chiedersi a quale svolta del labirinto della vita ha sbagliato direzione. I quattro protagonisti cercano di trovare il loro posto nel mondo, incapaci di scrollarsi di dosso l'apatia di giorni troppo uguali. Per quanto agli occhi della società dell'apparire siano dei perdenti non si sentono ancora sconfitti e la condivisione di qualche momento,il reincontrarsi quasi per caso , il non essere più soli dà loro la forza di intraprendere un nuovo viaggio .
I personaggi sono presi dalla quotidianità ma per nulla banali: l'ex tossicodipendente alla ricerca di riscatto, la donna in carriera che scopre di vivere senza sentimenti, il sociofobico che si rinchiude in una stanza eclissandosi nel mondo artificiale di internet e di quanto vi transita, il giovane rampante mancato che organizza finti viaggi per chi non si può permettere quelli veri , una finzione nella finzione più grande che è la sua stessa esistenza.
Genovesi mischia bene dramma e ironia in un racconto un pò malinconico ma molto realistico sulla vita di provincia e le disillusioni di una generazione.