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Un macigno chiamato solitudine
Il romanzo narra le vicende di due ragazzi: Alice e Mattia. Le loro vite vengono segnate profondamente già nell' infanzia: Mattia abbandona la gemella (affetta da una grave forma di autismo) nel parco, in seguito non la rivedrà mai più; Alice precipita in un burrone durante una lezione di sci. Questi avvenimenti porteranno molto dolore ai due personaggi. Infatti da adolescenti, Mattia, intelligentissimo frequenta la scuola con il massimo dei voti, ma si rinchiude nella propria solitudine ritenendosi responsabile della scomparsa della sorella e ha la malsana propensione per l' autolesionismo. Alice invece, che soffre di anoressia, è continuamente snobbata e presa in giro dai propri compagni perchè è zoppa, reduce dall' incidente.
I due si incontrano a una festa di compleanno ed iniziano a frequentarsi. Vengono paragonati a due numeri primi gemelli:numeri primi solitari ed isolati, ma incapaci di riunirsi.
Le vite dei due personaggi proseguono e sono destinate a dividersi ed incontrarsi più volte. Mattia studia e poi lavora in una prestigiosa Università in Svezia, Alice scopre la pressione per la fotografia e si sposa.
Nonostante i due siano innamorati l' uno dell' altra, non riusciranno mai a superare la difficoltà di poter comunicare e quindi il loro rapporto non avrà sviluppi.
I messaggi che l' autore ci lancia sono molteplici. Emerge il sentimento di inadeguatezza dei due protagonisti, consapevoli di essere così diversi dai coetanei, quindi di due persone a disagio nei riguardi della vita.
Questo romanzo fa riflettere anche sulla solitudine interiore dell' essere umano, una solitudine che a volte può essere talmente forte da non potersi mettere in relazione con altre persone. Anche il tema della crescita umana e adolescenziale è trattato con molta attenzione.
La trama non è scontata ed il linguaggio è molto scorrevole, semplice e coinvolgente.