Dettagli Recensione
Mah!
Leggetelo pure, ma non chiamatelo capolavoro, e soprattutto, per favore, non fate paragoni con il "Non ti muovere" della Mazzantini! Anch'io sono stata attratta dalla pubblicità ed ho iniziato a leggerlo con molta curiosità ed altrettante aspettative. Poi, andando avanti con la lettura ho percepito che mancava qualcosa. Non solo l'introspezione psicologica dei personaggi è poco approfondita, ma molto - troppo - viene lasciato all'interpretazione del lettore. Tra i due protagonisti quello riuscito meglio è Mattia che in fondo ha un grosso conto da pagare nei confronti della vita, che gli pesa come un macigno. Ma Alice? Alice è un personaggio molto contraddittorio. Lei poteva tirar fuori certamente la rabbia nei confronti del padre e salvarsi, invece si fa fagocitare da un rancore che viene fuori solo a fasi alterne. Ed ancora le famiglie di questi due giovani dove sono? Loro che molto peso hanno nella vita dei figli, non vengono minimamente sfiorati dall'autore. La storia potrebbe avere delle grosse potenzialità, ma che non vengono minimamente sfruttate dall'autore. Mah! Il guaio è che viviamo in una società livellata al basso, e letteralmente in mano ai media, perciò si fa presto a dire capolavoro! Capolavoro per me è un opera che mi lascia qualcosa dentro, le cui emozioni restano forti anche dopo anni di lettura. Non mi pare proprio questo il caso!