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"Galeotto fu il collier" di Andrea Vitali - Il com
L’ultimo, divertente romanzo di Andrea Vitali comincia lì, al Circolo della Vela, durante una festa.
E’ il 27 luglio del 1930.
Lidio Cerevelli, trentenne in piena tempesta ormonale, conosce un’avvenente e disinibita donna svizzera, Helga, e consuma seduta stante un rapporto che lo lascia pienamente soddisfatto. O meglio: estasiato. Il giovanotto s’incapriccia della straniera, ma presto deve fare i conti con la possessiva madre Lirica, imprenditrice edile, che mette in pratica il proverbio “Moglie e buoi dei paesi tuoi” e concepisce per il figlio un matrimonio esclusivamente “di convenienza”. Per la futura nuora, infatti, la madre richiede requisiti di assoluta sicurezza. E cittadinanza rigorosamente italiana. L’aspetto piacente non rappresenta invece un titolo preferenziale. Con queste premesse, Eufemia, la nipote dell’importante professor Cerretti, fulcro della società bellanese, sembra avere tutte le carte in regola per convolare a giuste nozze con Lidio: compreso il fatto di non essere bella! Ma il giovanotto, in cuor suo, cova la speranza di realizzare il suo sogno d’amore con la straniera che sa esaltare la gioia dei suoi sensi. E il sogno sembra facilmente realizzabile quando in un edificio da ristrutturare Lidio … trova un tesoro! Più di trecento monete d’oro: ducati veneziani antichi, di enorme valore.
Ne segue una girandola di situazioni esilaranti, interpretate coralmente da bellanesi dal nome improbabile, di ogni rango ed estrazione sociale. Tanto per fare un esempio:
“Leone fuori casa e con gli amici, Lupo Sandionigi diventava un ovino docile e obbediente quando tornava domestico, al cospetto e agli ordini della baffuta moglie Olonia che alle parole, essendo ignorante come una scopa, preferiva sonore mestolate.”
In un crescendo di allegria, con l’intera cittadinanza protesa in una caccia al tesoro collettiva senza esclusione di colpi, l’autore trova comunque un pertugio per infilare una delle sue riflessioni morali: e se il desiderio di un ragazzino, quello di possedere una bicicletta, valesse più dell’oro?
Senza contare poi che, come spesso accade nei romanzi di Vitali, c’è una sorpresa finale: una trovata da commedia, scandita dalla saggezza popolare in una frase: “Ignorantia legis non excusat!”. E questa volta il “deus ex machina” che Andrea Vitali cala sulla scena indossa i panni improbabili … della Befana, sorprendendo …
… Bruno Elpis