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E' un racconto sul posto che chiamiamo casa, sul luogo a cui sentiamo di appartenere, sui percorsi della vita che portano le persone lontano alla ricerca di un posto dove sentirsi liberi ma soprattutto dove sentirsi "uomini" e non solo disperati e carne da macello.
Da una parte una giovane donna e il suo bambino in fuga da una Libia in guerra durante l'insurrezione contro Gheddafi, dall'altra una donna italiana, esiliata da Tripoli dopo la presa del potere da parte dello stesso Gheddafi molti anni fa , che in Italia non si è mai sentita a casa, ha vissuto gli ultimi anni in un paese che l'ha ignorata e che lei ha fatto di tutto per ignorare, straniera sulla propria terra. Un sentimento di non appartenenza che ha finito per influenzare il giovane figlio, disilluso e spaesato in un luogo che non lo stimola e non lo affascina come facevano i racconti della nonna sulla terra di Libia.
Le due vicende restano in sospeso come i destini di tanti essere umani , è un romanzo breve, con pochissimi dialoghi ma un'infinità di sensazioni e ricordi che la Mazzantini descrive con frasi affilate che arrivano al cuore.
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Tu sei uno dei pochi uomini che mi dà soddisfazione nelle letture ;)))))