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Conclusa(?) la saga dei Pontecorvo.
Ed ecco conclusa (o no?) la saga della famiglia Pontecorvo: l’Autore, dopo averci illustrato nel precedente romanzo (“Persecuzione”) il calvario e la tragica fine dell’illustre oncologo pediatrico Prof. Leo Pontecorvo, accusato ingiustamente di molestie sessuali nei confronti della perfida fidanzatina del figlio Samuel, esplora in “Inseparabili”, a distanza di più di un ventennio, la vita complicata, ricca di eventi piacevoli e tragici, dei due figli, Filippo e Samuel, scavando a tratti nel loro passato ed indugiando con un’accurata e minuziosa analisi introspettiva sui loro sentimenti, sui loro complessi rapporti con l’altro sesso (sfociati nel caso di Filippo in un matrimonio d’interesse con una ricca e strampalata ereditiera, nel caso di Samuel in una promessa di matrimonio fallita e in un salvifico rientro nella casa della madre Rachel). Il romanzo è intrigante, con risvolti avventurosi : nel caso di Filippo pende sul suo capo una minaccia terroristica per alcune vignette satiriche, nel caso di Samuel si materializza un fallimento economico per una truffa commerciale con una potenza asiatica. Ma il fulcro del romanzo è costituito dai rapporti tra i due fratelli, così diversi e lontani, ma così uniti e dipendenti l’uno dall’altro da dare, loro stessi, il titolo al romanzo. Su loro veglia sempre la madre Rachel, una grande figura di donna ebraica, complessa ed enigmatica, che ricorda a tratti le eroine della tragedia greca o le figure appassionate e fragili delle commedie shakespeariane: la sua morte riunirà i due fratelli ed offrirà lo spunto per un ultimo quanto mai inatteso colpo di scena rivelatore. La scrittura di Piperno ha ormai le sue caratteristiche, emerse fin da “Con le peggiori intenzioni”: ora tagliente come la lama di un coltello a vivisezionare sentimenti e azioni, fino ai particolari più scabrosi, ora ironica, leggera, scorrevole su un linguaggio indulgente al moderno, quasi strizzasse l’occhio al lettore per coinvolgerlo e sedurlo. A volte sconfina in un periodare affettato e pretenzioso, con sovrabbondanza di avverbi (ad esempio, c’è un fantasma “puntualmente”smentito, una convinzione “decisamente” stucchevole, dei vestiti “sapientemente” incellofanati, e persino due “irrefutabilmente” che, converrete con me, uno sarebbe già troppo). Al di là delle opinioni personali, comunque positive, resta il sontuoso affresco familiare : la saga di questa grande famiglia romana ed ebrea emerge in tutta la ricchezza delle sue sfaccettature e dei suoi indimenticabili personaggi. La figura tragica e dolente di Leo Pontecorvo, protagonista di “Persecuzione”, è sostituita nel secondo romanzo dai due figli, Filippo e Samuele, personaggi altrettanto imponenti : Piperno scava sapientemente nel loro vissuto e nel loro presente, delineando magistralmente due tipi di vita e di comportamenti così singolarmente diversi ma nello stesso tempo uniti nell’appartenenza familiare, “Inseparabili”, come i famosi pappagallini ritratti con gusto e perizia sulla copertina. Insomma, un romanzo da centellinare senza fretta, da gustare pagina dopo pagina, riflettendo sui buoni sentimenti e sugli accadimenti della vita che fanno naufragare anche le migliori intenzioni.