Dettagli Recensione
Bravo Fabio
Capisco che Fabio possa piacere o no, è un parere personale, per quanto riguarda me gli devo un sentitissimo ringaziamento in quanto suo è il merito di avermi riavvicinato alla lettura.
Premetto che ho tutte le carte in regola per essere il soggetto a cui il libro è rivolto : ventenne, lasciato gli studi, senza un vero lavoro, incazzato con la propria vita.
Le mie uniche letture prima di lui sono state, a parte qualche libro imposto scolasticamente, letto malvolentieri, e spesso mai finito, la saga di Harry Potter ( da ragazzino, chi non l'ha letto! ) ed Il sergente nella neve ( libro bellissimo che mi è piaciuto da impazzire da quel che ricordo ).
Ho cominciato, dopo innumerevoli anni di digiuno, con il suo primo libro, Esco a fare due passi, che, nonostante sia espresso in maniera confusionale e ripetitiva, tocca tematiche che mi colpirono particolarmente. Questa lettura mi ha iniziato a far pensare ai libri non più in modo cosi tanto malvagio;
cosi sono passato ad un suo altro libro, appunto, Un posto nel mondo.
Posso dire per esperienza personale che Fabio tratta in modo diretto tematiche che si nascondono nella quotidianità, ( suscitando nel lettore reazioni del tipo ah cazzo allora non sono l'unico coglione! oppure ah è vero succede sempre! ) strappandovi un sorriso. Analizza molto bene, in ognuno dei sui libri, i mille problemi che affollano nella testa di un ragazzo e su certe cose mi ha aiutato molto, smettere di fumare, canne e sigarette, grazie a E' una vita che ti aspetto. Capisco anche chi lo critica definendolo il nuovo Moccia, in effetti il suo stile è molto, troppo semplice ma è diretto proprio per questo! Troppo smielato in alcuni punti e devo dire che se leggi uno dei sui libri e come se li avessi letti un po tutti...o nessuno.
In ogni caso è un libro che si "mangia" molto piacevolmente e a cui sono molto grato:
(non lo ricordo molto bene l'ho letto qualche mese fa) a un certo punto del libro il protagonista si ritrova a Capo Verde a rimuginare sulla propria esistenza. Afflitto da un po di giorni da un certo "mal di vivere" viene portato da un'anziana signora di colore, che lo visita in modo abbastanza particolare ( mi ricordo la frase: in fondo ai tuoi occhi c'è un bambino che piange ) e al termine lo abbraccia, il protagonista inizia a tremare e poi sbotta a piangere, beh io sono sbottato a piangere con lui ( provando un forte senso di liberazione ) per tutti i problemi che avevo che mi accostavano o meno al protagonista. Questa la trovo una cosa bellissima, far piangere uno persona con della sola carta stampata, con le emozioni che si riesce a trasmettere al lettore... Bravo Fabio!
(ps ora sto leggendo il giovane holden mi farebbe piacere qualsiasi consiglio per letture future, grazie!)