Dettagli Recensione
Come marionette
Camilleri prende spunto da un episodio realmente accaduto per ricamare un racconto, dove la virilità fascista viene derisa attraverso una critica ironica e pungente. Questo romanzo atipico, scritto sottoforma di lettere, telegrammi, articoli di giornale, telefonate e conversazioni rubate qua e là, ci porta a Vigàta negli anni 30. Il Duce, spinto dalla smania di colonialismo, si convince che può essere utile alla sua causa accogliere l’iscrizione alla Regia Scuola Mineraria di Vigàta del principe Grhane Sollassié Mbassa nipote del Negus d’Etiopia. Il paese viene travolto dall’irruenza di un ragazzo che non ha nessuno scrupolo nel muovere come marionette gli abitanti che di volta in volta saranno più utili al suo intento. Il giovane furbo e temerario, abituato a vivere nel lusso, non si accontenta della retta di 1.000 lire che gli passa lo zio ed escogita in continuazione modi per estorcere soldi al regime fascista. Le autorità saranno spesso costrette a soddisfare ogni suo capriccio per evitare di urtare la sensibilità del Duce.
Un sistema politico troppo rigido, condizionato dalla burocrazia e da un'idea di virilità quasi grottesca, viene messo alla berlina da un giovane sfrontato che trova anche il tempo per duelli e storie d'amore. Un buon romanzo che ci farà sorridere per le avventure di Sollassié e ci farà meditare sulle vicende di quel periodo storico.