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RIESUMAZIONI
Per quale scopo disseppellire eventi remoti, si chiede Vassalli nella prefazione del suo romanzo storico. Perché per cercare la chiave del presente occorre “uscire dal rumore” e “andare in fondo alla notte”: da lì, dal passato remoto, il presente si staglia più nitido. La storia di Antonia, la “strega di Zardino” appartiene al 600’ , la si può evincere consultando gli archivi di un processo promosso dall’inquisizione contro un’adolescente vittima del pregiudizio e condannata dalla sua stessa bellezza. La lettura di quei documenti scarni ci fornisce il ritratto di una giovane contandina “dalla rabbia e dalla disperazione eroiche”, il resto è sufficiente cercarlo appunto “in fondo alla notte”: di quel mondo non esiste ormai più nulla, neppure di Zardino, il minuscolo villaggio del Novarese, rimangono più le tracce visibili. Eppure possiamo ipotizzare, studiando le fonti antiche, un ambiente dal punto di vista antropologico rimasto immutabile nei secoli: le voce nata durante l’inverno in una stalla e amplificata, la credulità dei poveri e il cinismo manipolatore dei potenti, l’astio nei confronti della diversità, l’odio prodotto dai dogmi della religione o dell’ideologia producono migliaia di vittime innocenti, scoperti solo per caso dalla curiosità dello scrittore/ ricercatore. Un barlume di coscienza riesce così a emergere nei “vinti” come il disilluso vescovo Bascapè o la stessa Antonia prima di finire sul rogo: un’"energia insensata" scuote le cose del mondo, ma comprenderlo non impedisce di esserne travolti.
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