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"LE PRIME LUCI DEL MATTINO"
C’è un calice pieno di latte che spicca su uno sfondo di rosso compatto. Forse quest’immagine racchiude il senso del romanzo, la ricerca attraverso la passione, il sesso, la rabbia, il dolore, le emozioni forti, della parte più intima e più vera di sé, bianca e pura come può esserlo il latte o la luce ovattata del mattino.
La storia è piuttosto comune, una donna si accorge che il suo matrimonio non le dà più nulla, che si era forse più innamorata dell’idea di vita in due, fatta di tazzine colorate e posate fantasiose, piuttosto che dell’uomo al suo fianco. E un bel giorno lo sguardo di un altro, la trasporta in un’altra dimensione, quella dove è la passione che comanda ogni gesto. Quest’uomo le farà scoprire sensazioni mai provate, le farà vivere situazioni intime nuove e trasgressive. Lei, satura di questa vitalità si innamorerà di lui, si attaccherà morbosamente a lui, che è invece solo un veicolo verso quella ricerca di sé che le dovrà insegnare a vivere un rapporto che non sia noioso come quello con il marito, né solo sessualmente appagante ma superficiale come quello con l’amante, amando prima di tutto se stessa.
La storia è raccontata in prima persona, con un io narrante per il presente e pagine di diario per il passato, il prima e il dopo. Lo stile è semplice, quello di Fabio Volo per chi già lo conosce.
I personaggi maschili mancano un po’ di spessore, il marito fin troppo noioso, banale e asessuato (ma esistono davvero uomini che respingono le donne!??!mah) che si ha voglia di lasciarlo noi stessi, anche in malo modo. L’amante troppo sessuale, troppo attento alle esigenze di lei per essere vero e le fantasie proposte troppo palesemente scaturite dalla mente dell’autore, non certo da quella di una donna.
Forse però gli uomini sono solamente un contorno al percorso intimo della protagonista, che come tanti personaggi di Volo, si sforza di trovare il suo posto nel mondo.
Di Volo se ne dicono tante, e certo, non è lo scrittore del secolo, né la sua prosa degna di chissà quali citazioni. Ma col suo linguaggio ingenuo, a volte un po’ didattico, ci porta spezzoni di vita che potrebbero essere quelli di ognuno. Lo potrebbe scrivere chiunque?Forse si, forse no. Lui lo fa, non vincerà il Nobel, ma ci fa passare qualche giorno in compagnia dei suoi personaggi.
Una volta, una professoressa dell’università, durante una lezione ci chiese chi fosse, secondo noi, lo scrittore più letto nei primi del Novecento. Noi da bravi studenti secchioncelli e saputelli, cominciammo a sparare grossi nomi, sfoggiando la nostra cultura. Ma lei, a sorpresa, tirò fuori un nome assolutamente sconosciuto, un tizio mai visto né sentito. Eppure era lui che faceva grandi numeri.
Questo per concludere, che Fabio Volo non sarà sicuramente nei tomi di letteratura, non farà sudare gli studenti dei prossimi secoli, ma ad oggi piace a tanti lettori perché sa raccontare loro stessi.
Indicazioni utili
E a chi vuole lasciare il proprio moroso.
Commenti
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Brava ciao
Forse non è uno dei suoi migliori libri, ho preferito IL GIORNO IN PIU', però devo dire che è realistico e rispecchia lo stato d' animo di diverse donne che magari non riescono neanche ad ammetterlo a loro stesse.
Mi è piaciuta molto la frase verso la fine del libro quando Elena dice: "mentre pensavo alla mia vita,mi sono chiesta quanti uomini ci sono voluti perché potessi essere pronta x quello di oggi.
In realtà ho capito che la domanda era sbagliata:quante donne ho dovuto indossare x essere pronta x l’uomo di oggi?
Credo che sia stupenda!Ciao
E' vero, la frase che hai citato è bella e soprattutto vera!
Ciao a te, buona giornata :)
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