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La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano
“La solitudine dei numeri primi” di Paolo Giordano
Questo notevole romanzo, dell’esordiente Paolo Giordano, scava nel labirinto dell’animo umano con grande vigore espressivo ed emotivo.
I due personaggi centrali della storia, Alice e Mattia, sono stati segnati, nell’infanzia, da un’esperienza lacerante che ha devastato e come compresso i loro destini che si incroceranno, ma come i numeri primi gemelli, saranno vicini, ma mai così tanto da toccarsi.
Il tracciato narrativo si snoda intersecando due vite parallele, crepuscolari, che scorrono secondo scansioni e ritmi emotivi straordinariamente simili.
Il loro microcosmo sentimentale è stato contratto da questi due traumi infantili che come una patina impalpabile di inadeguatezze, paure e ritrosie ha narcotizzato le pulsioni emozionali impedendo loro di aprire un canale di percezione con gli altri.
Alice e Mattia seguono traiettorie divergenti, le loro vite, sospese, fluttuano in attesa di una catarsi delle loro intime ed inconfessabili sofferenze, come barriere ostacolano una naturale ed immediata espressività avviluppata in un groviglio insoluto.
Giordano, questo giovane autore, sembra attingere la sua perizia narrativa da remoti luoghi dell’anima, in una sorta di profonda immersione psicologica degna di grandi scrittori. La solitudine, la sperdizione esistenziale, l’anoressia, uno dei tanti segnali sottesi di angosce individuali sono alcuni dei temi che intessono tutto il filo narrativo. Alla trama interessante che scorre su binari di lettura scorrevole e riflessiva, si condensa una certa energia stilistica ed una capacità descrittiva analitica e dura della realtà, soffusa da intermittenti lampi di trattenuta tenerezza.