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L'Assaggiatrice Assatanata
Prendete una come me. Una che in giovane età ha abbandonato la sua terra d’origine – a causa delle svariate ragioni di cui ci si fa scudo e si abbandona la propria terra al sud – per trasferirsi definitivamente altrove. Una che, tuttavia, la propria terra ha sempre continuato ad amarla, e di un amore infinito; ragione per cui ha sempre accuratamente evitato di imbattersi in quella letteratura in grado di riportarla a casa, vuoi per le ambientazioni, vuoi per l’abbondante utilizzo della lingua del posto.
- Leggiti Camilleri, è bello, non sai cosa ti perdi
- No, Camilleri no, non ci riesco proprio; tutto quel dialetto.
Ma a questo punto, la confessione è dovuta: una come me, Camilleri non lo legge perché è come ricevere un pugno di nostalgia allo stomaco: fa male, insomma.
Poi, un bel giorno, una come me, decide di ovviare alla regola e di leggere L’Assaggiatrice di Giuseppina Torregrossa. E all’inizio tutto è meraviglioso, così meraviglioso che quasi c’è da commuoversi: eccola la Sicilia, bella e profumata come una magnifica femmina al sole, fatta di usanze e tradizioni, veleggiata dalla musicalità della lingua, intrisa di sapori unici, incarnata dai visi volitivi e sensuali delle donne che da sempre ne rappresentano la forza.
Sicilia che è pure Anciluzza, abbandonata improvvisamente dal marito e che si ritrova da sola, disonorata e senza soldi, a dover provvedere a se stessa ed alle due figlie.
Le fondamenta della storia sono ottime, lo stile impareggiabile, le descrizioni dei personaggi veritiere oltre ogni aspettativa, i paesaggi sublimi, l’idea delle ricette locali, che intermezzano i capitoli, a dir poco squisita.
Non fosse che Anciluzza ad un certo punto si perde. Le basta metter su negozio, dove prende a vendere spezie e prodotti locali, e improvvisamente non è più lei. Anciluzza ha bisogno di sesso, e solo di quello. Se ne frega delle figlie rimaste senza padre, della nuova libertà conquistata grazie alla quale affermare il suo essere donna indipendente ed autonoma, della ricerca di un nuovo amore: Anciluzza cucina e gode, che sono le uniche due cose che le interessano. Il suo è un chiodo fisso, ed anche se le sue preferenze vanno ad Hamed, misterioso uomo di colore che ogni tanto compare nella sua cucina per nutrirsi e soddisfarla, non può certo disdegnare chiunque le capiti a tiro.
Così, ho finito per sviluppare una sorta di antipatia per questa protagonista tutta carne e poco sentimento, e non è per bigottaggine o puntiglio, ma proprio non ce l’ho fatta a sorbirmeli i suoi ghirigori mentali di donna-porno-assatanata.
Giuseppina, che ti devo dire, ho capito che tu di professione fai la ginecologa, ma avevi tra le mani i migliori ingredienti e te ne sei uscita con un piatto quasi immangiabile: troppo sale, troppo peperoncino, troppo olio ed una cottura eccessiva.
Consiglio il libro solo perché ben scritto e per le autentiche atmosfere che è in grado di offrire: sul contenuto ognuno giudichi da se.
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Commenti
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Mi piace molto la tua descrizione della Sicilia, e non perchè io sia di parte. Brava!
@Grazie a Katia e a Gio :))
@Marcy niente, questa volta non posso aiutarti... :))
@Amy, io ho intenzione di leggere pure gli altri romanzi: lei è comunque bravissima, un vero talento! Vedremo :)
Ci ho vissuto fino a diciotto anni in un paesino piccolo dell’entroterra siculo e ti posso assicurare che di donne capaci di amare e che hanno alzato la testa ed hanno detto di no all’assolutismo maschile, ne ho viste, conosciute ed incamerate come si incamera l’aria; e nessuna di loro mi è tornata in mente leggendo dell’assaggiatrice.
Ma si sa, gli effetti di un libro sono una cosa soggettiva e personale. Ed è bello che sia così : )) Grazie infinite per avermi dato la possibilità di parlarne :)) E scusa se mi sono dilungata: io ne scriverei per ore della mia terra :)
Riguardo alla Sicilia, bisogna dire che da lontano si tende un po' a idealizzarla. Una mia amica vive a Roma da anni e la scorsa estate voleva portarsi dietro una foglia di fico d'India per coltivarla in balcone :-)
Ciao a tutti ! :-)
Criiiistinaaaa! Io ce l'ho il fico d'india sul balcone a Roma! :)))... Però purtroppo i fichi non li fa, mischino :((
Un abbraccio a tutti!
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