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Le coniugali vie del compromesso
Un matrimonio appagante, cospicue risorse finanziarie, il desiderio un po' ozioso di lasciare un segno nel mondo della letteratura. Sono questi i presupposti di uno dei romanzi più interessanti di Moravia, dove si rivelano le dinamiche dell'amore e dell'estro creativo. Con lo stile razionale che gli è proprio, lo scrittore dà voce ad un intellettuale con ambizioni letterarie più o meno fondate, che supera i tormenti esistenziali degli anni giovanili per approdare al porto in apparenza sicuro della vita coniugale. La figura della moglie, innalzata dall'uomo al ruolo di musa ispiratrice, è tratteggiata fra luci ed ombre e con la stessa forza plastica di un ritratto d'artista. Bella di una bellezza ineffabile, diventa stranamente ripugnante quando contorce viso e corpo in un atteggiamento “in cui parevano esprimersi paura, angoscia, ritrosia e al tempo stesso una schifata attrazione”. Momenti emblematici, che rivelano un dualismo inquietante, un'eterna lotta tra femminilità soave e istinto selvaggio che porterà alle estreme conseguenze il rapporto di coppia. Il resto lo farà l'euforia accecante ed egoista del marito, convinto di scrivere un capolavoro mentre racconta, traendo spunto da quella che crede sia la realtà, “la storia di un matrimonio”. Il risveglio sarà brusco su tutti i fronti, e per ritrovare l'equilibrio occorrerà passare attraverso le rassicuranti e molto “coniugali” vie del compromesso.