Dettagli Recensione
Poco più di zero
Leggendolo si capisce subito che è un libro scritto da un'autrice esordiente, infatti come tutti i libri di questo genere ha i suoi pregi e i suoi difetti, non è un capolavoro ma non è nemmeno bruttissimo.
Con gli occhi e la mente di Alessandra, una ragazza diciottenne, la storia si divide in due blocchi distinti ma al tempo stesso strettamente collegati: capitoli scritti in forma di diario che parlano di tutti i ricordi, le esperienze più significative e il forte dolore della protagonista per la morte della madre e altri, legati al presente, che narrano la vita scolastica di Alessandra e i suoi rapporti con i compagni di classe, in particolare con l'emarginato e problematico Gabriele con cui instaurerà una relazione.
L'autrice è riuscita perfettamente a rendere l'idea del dolore della perdita, della malinconia e dei sentimenti provati da tutti i personaggi, ma se la parte contenustica è ben fatta, è quella strutturale il problema, dovuto all'uso spropositato di indicativi al posto dei congiuntivi (praticamente inesistenti in questo romanzo) e di un linguaggio fin troppo colloquiale e ricco dei tipici (e irritanti) intercalari adolescenziali.
Non si capisce inoltre quale sia la scintilla che fa sbocciare la cosiddetta "storia d'amore" tra Alessandra e Gabriele e ho trovato la loro relazione molto fredda e distaccata, quasi come se fosse il nulla più totale.
Il tutto è tristemente coronato da un finale deludentissimo che non soddisfa le aspettative e non arricchisce tutti i contenuti.
Lo consiglio solo a chi vuole leggere qualcosa di leggero e non impegnativo.
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No, non mi acchiappa.
Grazie :-)