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Recensione Nitro
Alla base di questa mirabile opera prima sembra esserci null'altro che la pura e semplice quotidianità, la fotografia della società borghese osservata nelle sue molteplici sfumature, simile a un prisma che rifletta tutti i colori, dai più cupi ai più brillanti e vivaci. I singoli personaggi sembrano inquadrati in una precisa dimensione sociale che, come tale, offre il suo bagaglio di regole, soddisfazioni, nevrosi e rischi. Sara, tuttavia, li segue con la tenacia e la mano ferma di un regista, li ascolta, li osserva, non pregiudica la spontaneità di ogni reazione, dei pensieri che a volte nascono dal nulla, dall'istinto, e orientano il comportamento. E' grazie a questa peculiarità che il libro va ben oltre la normale rappresentazione di un contesto, addentrandosi nell'anima, nel cuore dei protagonisti, nelle scelte, razionali o emotive, che determinano gli eventi. Perché a scrivere la nostra storia siamo noi, con le nostre decisioni e le nostre lacrime, il nostro intelletto o la nostra pazzia, il raziocinio o l'impulso del momento (che può anche incarnarsi in un banale sms). Per la tanto colpevolizzata "fatalità" resta davvero poco spazio...