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Futuro significa progresso?
Dopo aver letto Saltatempo con grande entusiasmo mi sono avvicinata a Margherita Dolcevita e l'impressione di un autore intelligente ed estremamente ironico è stata confermata. Ironia, non polemica, si badi bene. Perchè Benni non esalta gli uni per affossare gli altri, non esiste la perfezione, nè la ragione in senso assoluto, esiste la vita che con tutte le sue sfumature ci distanzia, ci divide inevitabilmente. Qui si riprende la tematica già affrontata precedentemente del mondo naturale contrapposto alla città/civiltà e al suo supposto progresso. Il mondo di ieri, con la sua semplicità e magia (Maghetta come si fa chiamare Margherita)viene assorbito dal mondo di oggi/domani che corrompe, divora e devasta tutto. Margherita è l'ultimo baluardo che tenta di difendere la sua casa, il suo giardino, il mondo per come lo conosce, ma la sconfitta inizierà proprio dalla stessa anomala famiglia di cui si fida. Il consumismo, l'innovazione, la tecnologia, il cartellone che oscura il cielo di stelle tutte inventate... siamo sicuri che l'uomo abbia preso la giusta direzione? Questo sembra dirci Benni fino alle ultime righe di un romanzo sopra le righe, forse un po' esagerato in un finale degno di "L'ultimo Capodanno" di Ammaniti. Ma convince, come sempre.
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