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L'estate alla fine del secolo
E’ l’estate del 1999, l’estate alla fine del secolo, quella che Zeno, giovane ragazzino siciliano è costretto a passare con il nonno, di cui ignorava l’esistenza. Suo papà sta facendo alcune cure a Genova e sua mamma gli dice che lo lascerà dal nonno a Colle Ferro per tutta l’estate, in attesa di tornare a casa con il babbo.
La conoscenza e la convivenza non sono facili per nessuno dei due, Zeno è un ragazzino molto estroverso e il nonno Simone è un uomo ormai abituato alla solitudine, si è rifugiato in questo paesino sperduto per trascorre gli ultimi anni di vita, una vita che lui non ha mai veramente vissuto, cercando sempre di nascondersi da tutti e da se stesso, illuminata solo da una brillante carriera lavorativa come consulente.
I capitoli si alternano in uno è Zeno che parla e racconta il suo presente, la vita con il nonno le nuove amicizie, la vita del paese, e negli altri capitoli è invece Simone a raccontarla sua storia. Parte della nascita, di come è la vita di un bambino ebreo nato nell’anno in cui fanno la loro triste comparsa le leggi razziali, la perdita di identità, il continuo nascondersi, e poi la sua vita da adulto, la famiglia che si è creato, il matrimonio con l’amata Elena, fino ad allinearsi, nell’ultimo suo capitolo al presente, all’arrivo di Zeno.
Ho preso questo libro perché dovevo cambiarlo con uno che mi era stato regalato e avevo già letto, l’ho preso un po’ così, di corsa, attratta dalla copertina , il titolo mi piaceva e la quarta di copertina mi aveva incuriosito, ma non avevo grandi aspettative, quindi scoprire poi che era così bello è stato ancora più piacevole.
Avevo già letto “nel mare ci sono i coccodrilli” di Geda e mi era piaciuto, ma era più un reportage, la storia vera di questo ragazzo, un bel libro ma poco personale, questo invece è tutta un'altra cosa, questo è un bel romanzo, ricco di sentimenti molto intimo e delicato, sarà anche il fatto che io prediligo il racconto in prima persona, mi sembra che il protagonista si rivolga proprio a me, non so è una mia personalissima sensazione, ma mi fa avvicinare e affezionare di più al personaggio.
L’altro giorno il commesso della libreria mi ha detto che ne hanno venduti pochi, che la gente legge poco gli autori italiani, penso che sia un vero peccato perché il nostro panorama letterario è ricchissimo di buoni autori e questo libro a mio avviso merita veramente, si legge in fretta, uno di quei libri che la sera non è mai ora di chiudere, lo stile è fluido e il ritmo incalzante. Che dire d’altro, leggetelo !
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Comunque hai ragione: bisognerebbe dare più spazio agli autori italiani :)