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Branchie
2012-01-20 16:05:35
isabella82
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Gioventù cannibale, astenersi sensibili
Ecco un Ammaniti giovane, impreciso, logorroico, pedante, crudele e sadico, coinvolto in una narrazione escatologica, senza capo nè coda. Si tratta di un divertissement, più che di una riflessione ben precisa su un tema in particolare. Il destino di Marco, la sua fine fantascientifica non sono che una riprova di come all'autore non interessi comunicare qualcosa di reale, sensato. C'è piuttosto il desiderio di colpire, spaventare il lettore, suscitare una forma di repulsione. E certamente ci riesce, a discapito purtroppo del peso intrinseco dell'opera.
Ma possiamo perdonarglielo, si tratta sempre di un'opera prima.
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Quadro assolutamente veritiero del "primo" Ammaniti! meglio non potevi dire...
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