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Commento
“Tra assolati paesaggi e umbratili sentimenti, un grande affresco siciliano”.
Questo romanzo è un affresco di famiglia in un interno/esterno siciliano in cui si annidano e si avviluppano sentimenti e risentimenti non sopiti. Tito, il capo di un pastificio, è il centro di questa “famiglia” assieme alla vecchia zia Rachele, il cui passato si svela, come un sipario teatrale, attraverso le lettere di lei giovane e i ricordi frammentati di lei anziana. L’intreccio si dipana su due livelli paralleli: un alternarsi di diverse tonalità di voci, dal racconto in terza persona all’io narrante, dal presente con i componenti di questa saga famigliare avviliti da interessi economici e intrighi sentimentali, al passato che si dischiude come luce che fuga le ombre e disvela il “mistero”. Al tema della famiglia come nido consolatorio, ma al contempo gorgo di insane passioni, fa da contrappunto il paesaggio siciliano che l’autrice ci fa rivedere in un’esplosione di colori vividi e penetranti “I raggi del sole perciavano la terra” come i sentimenti che agitano i personaggi, in una sorta di geografia del cuore evocata con commovente naturalezza. E’ un romanzo di “Qualità assoluta”, dalla dirompente carica emotiva, stemperata da una scrittura armoniosa, mai scomposta. Come pennellate di colore sparse qua e là si frappongono lessemi dialettali che restituiscono tonalità accese all’espressività controllata della scrittrice, il cui stile elegante e calibrato s’innesta nella materia scabrosa, elevandola.