Dettagli Recensione
Tutti cercano il proprio posto nel mondo
Trascrivo una parte del libro che mi ha colpito particolarmente (pag.112):
"Uno dei ricordi più belli che conservo del periodo in cui c'era ancora mia madre è mio papà che ride. Quanti anni sono passati.
Quando tornava dal lavoro lo aspettavo per poter giocare con lui, ma spesso era troppo stanco per farlo. Capitava raramente che si fermasse a giocare. Io non desideravo altro. Non pretendevo nemmeno che fosse in forma. Lo avrei accettato anche trsavolto. Lo avrei fatto dormire lì, sul pavimento, vicino alle macchinine. Mi sarei sdraiato anch'io al suo fianco e avrei fatto finta di dormire con lui. Il mio eroe.
Una volta, una delle rare volte in cui si era fermato a giocare con me, io dissi un acos ariguardo le macchinine e lui scoppiò a ridere. Che felicità per me. In quel momento avevo regalato a mio padre una risata, lo avevo fatto stare bene.
Da piccolo ero talmente innamorato di mio padre che quando giocavo con i miei amici alle macchinine, invece di spingerle come loro e fare broom broom, io le riparavo: imitavo mio padre in officina. E volevo solo macchinine cui si poteva aprire il cofano. Altrimenti niente."
Questo romanzo di Fabio Volo mi ha fatto riflettere su quante cose nella vita si lascino in disparte, per dare invece troppo interesse e troppa importanza a quelle superficiali e materiali: dove sono quelle veramente essenziali, piccole cose e situazioni (che magari ci sembrano inutili) che caratterizzano la nostra esistenza???