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Discendere la china e restare puri
Può una giovane donna, che sogna di diventare madre e moglie felice, essere al tempo stesso una prostituta per vocazione? A quanto pare sì, soprattutto se esce dalla penna di uno scrittore come Alberto Moravia, maestro nel tratteggiare personaggi con luci ed ombre.
La caduta di Adriana, protagonista del romanzo, ha inizio dal “sentimento di complicità e intesa sensuale” che prova nel ricevere denaro da un uomo, dopo un atto sessuale estorto quasi con la forza. A questo punto, tra miseria, amicizie dubbie e pressioni conniventi della madre, discendere la china diventa facile, soprattutto dopo che il suo sogno d'amore va in frantumi.
La scoperta di essere in fin dei conti tagliata per la prostituzione la rende più forte e consapevole, e quella che avrebbe dovuto essere la camera della sua prima notte di nozze diventa la stanza dove ricevere i clienti. Non c'è più posto per l'ingenuità, ma l'animo di Adriana resta in qualche modo puro, mentre il “mestiere” diventa routine.
Ed è un Moravia meno distaccato del solito quello che fa inginocchiare la donna al grido di “Cristo, abbi pietà di me”, nei momenti in cui percepisce il vuoto dell'esistenza sua e di tutti gli esseri umani, “degni di compassione, non fosse altro che perché vivono”.
Con uno sguardo al noir, varie situazioni si intrecciano e ogni genere di uomo passa dal letto della donna, ma uno solo, il più indifferente alla sua bellezza, conquista il suo cuore. L'amore appassionato di Adriana per Mino, personaggio complesso e tormentato, rimette tutto in discussione, con un finale che chiude dolorosamente il cerchio.
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Commenti
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E' un romanzo che da giovanissima non mi era piaciuto più di tanto.
La maturità me lo ha fatto apprezzare :-)
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Ciao,
Amalia