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Il lato oscuro della Sicilia
Il romanzo ha tutti i connotati del giallo, ma dopo le prime pagine si capisce che c'è qualcosa di più. C'è, innanzitutto, una verità taciuta che va cercata nei dettagli: silenzi, mezze parole, sguardi di intesa, la bellezza provocante di una vedova che fa da contrappunto al suo ostentato dolore.
E poi c'è la solitudine del protagonista, il professore di italiano Paolo Laurana, che si improvvisa investigatore con entusiasmo donchisciottesco. Una solitudine che in un contesto sociale come quello siciliano può diventare pericolosa, perché non c'è nessuno che ti avverte che più in là di così non è lecito andare, che è stupido, oltre che inutile, continuare ad indagare per scoprire l'acqua calda, che con l'acqua calda ci si può scottare di brutto. “Proverbio, regola: il morto è morto diamo aiuto al vivo. Se lei dice questo proverbio a uno del Nord, gli fa immaginare la scena di un incidente in cui c'è un morto e c'è un ferito: ed è ragionevole lasciare lì il morto e preoccuparsi di salvare il ferito. Un siciliano invece vede il morto ammazzato e l'assassino: e il vivo da aiutare è appunto l'assassino”. Il lato oscuro della Sicilia è magistralmente fotografato da Sciascia attraverso una narrazione spietata, che con un'ultima fulminante battuta non concede allo sconfitto neppure l'onore delle armi.
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Commenti
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Sosta da troppo tempo nella mia wl!
Grazie Cristina :-)))
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