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La normale consapevolezza dell'essere
(…)Quando penso a te il cuore s’affastella e perdo la cognizione del tempo e dello spazio.Sono sensazioni splendide dovremmo fare la collezione di emozionalità simili e invece ci impelaghiamo nella pigrizia dei sentimenti. Il mio amico non vedente ha nel palmo della mano i ricordi più belli dei suoi amori e nelle orecchie le melodie delle voci delle sue donne,ha una memoria
visiva più vivida e fiorente della mia…Il mio amico non udente ha un album di fotografie colmo di amore e pulsioni e detta poesie così sonore e belle che il vento con orgoglio e devozione trascina
con sé per le vie del mondo disadorno.
Il protagonista di questo romanzo è un uomo normale che vive una vita normale: la mattina esce dal proprio appartamento per recarsi a lavoro, dedica quattro cinque benedizioni alla signora dell’ultimo piano che ,come al solito,ha lasciato aperta la porta dell’ascensore al piano terra e per lui si configura l’ennesima discesa a piedi.Quando giunge al lavoro, dopo essersi misurato con la maleducazione degli altri guidatori, aspetta fiducioso l’ora di pranzo,quando sarà finalmente solo e consumerà in santa pace il suo frugale pranzo.Poi di nuovo a casa da moglie e
figli. Invece quello che non è normale in questo romanzo è il modo originale che ha scelto Silvestri di descriverci la normalità. Lo scrittore non racconta solo ciò che fa il protagonista ma soprattutto il flusso ininterrotto di pensieri che accompagnano il suo vivere,come se fossimo dentro il suo cervello nel pensiero pensante e pensato. Per apprezzare meglio questa tecnica bisogna approfondire la conoscenza di un mistico armeno ,Georges Ivanovic Gurdieff vissuto a lungo a Parigi e morto a New York nel 1949 molto apprezzato da artisti e scrittori dell’epoca. Gurdjieff approfondì lo studio del sufismo e alre religioni orientali, poi sviluppò delle tecniche di “lavoro sul corpo e sulla mente che permettessero di superare gli automatismi psicologici ed esistenziali che sono propri della condizione umana. Fondamentalmente Gurdjieff era convinto che la
vita da tutti noi è vissuta in uno stato di veglia e di “sonno”.Il
mistico, per superare questo stato, sviluppò delle tecniche che permettevano di lavorare su se stessi così da raggiungere livelli superiori di vitalità e di consapevolezza. Nel romanzo di Silvestri è questo che sembra fare il protagonista ,un lungo lavoro che lo porterà alla consapevolezza piena della sua vita e del suo rapporto con gli altri. Il testo è interessante
ma di non facile lettura come del resto la maggior parte dei testi che cercano di romanzare determinati paradigmi filosofici.
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