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Il pendolo di Foucault
 
Il pendolo di Foucault 2011-11-11 09:49:36 Nothingman
Voto medio 
 
4.3
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
Nothingman Opinione inserita da Nothingman    11 Novembre, 2011
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Il pendolo di Foucault

Casaubon è l’Io narrante, mette per iscritto la sua occulta avventura che segna l’ultimo decennio della sua vita trovando apice e fine nei primi anni ’80. Possiamo definire il racconto ‘ciclico’, si apre quando già il protagonista è al culmine della sua rocambolesca storia, innanzi al pendolo di Foucault si prepara per l’ultimo atto. A questo punto siamo portati indietro nel tempo, quando Casaubon era studente universitario, nell’Italia del ’68, le cui famose vicende le vive più che altro da spettatore. Ma è in questo momento che si gettano le basi dell’intera vicenda, nel preparare una tesi sui templari il protagonista inizia a interessarsi di misteri, di incongruenze storiche, di società segrete; è in questi anni che conosce Jacopo Belbo e Diotallevi, questi lavorano presso la Garamond, una casa editrice, ed avranno un ruolo fondamentale nel romanzo. Difatti, durante alterne vicende che si dilatano negli anni, dopo strani incontri e sparizioni, i tre finiranno per cooperare nel dar vita a un opera vagamente mistica che parla di un grande complotto templare internazionale, del grande segreto, frutto di una grande miscellanea dei tanti testi dei ‘diabolici’ di cui vengono in possesso: quello che nasce come un gioco si trasforma presto in folle realtà conducendoci verso un folgorante finale.

Fino a che punto porta la stupidità delle persone? Fino ai limiti più estremi dell’agire umano. Nel romanzo non solo la storia narrataci, ma anche i più grandi eventi storici come lo sterminio degli ebrei nei lager nazisti, son presentati come l’esito di una folle ricerca, la ricerca dell’unico e grande segreto, ma in cosa consiste questo segreto e vale tanto da buttare al vento energie fisiche e mentali, anni di vita, esseri umani? La risposta la troviamo tra le pagine del libro che ci portano a leggerla dentro di noi.

Insomma, un libro da non leggere a letto prima di dormire, molto impegnativo, complesso ma tutto sommato piacevole. A tratti la prosa di Eco si può trovare pesante, tuttavia sia la divisione in piccoli capitoli sia l’avventura via via più intrigante, agevolano la lettura e proiettano il lettore nel mondo creato dall’autore. Un libro che merita le vostre attenzioni ma, per quando avrete il tempo da dedicargli.

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