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Oh Theos! Theos! Theos mu.
Un capolavoro di scrittura, di storia, di condanna, di denuncia, di morte, di vita, infine, ma solo infine, di amore. Un uomo è un romanzo imponente e importante sotto tutti i punti di vista: da quello politico a quello sentimentale, a quello sociale. E’ grazie a questo libro che il grande pubblico ha conosciuto bene l’orrore della dittatura e la grandezza di un uomo come Alekos Panagulis. Un eroe dimenticato che, al pari di altri ben più noti, ha lottato con coraggio e determinazione per la Democrazia. La Democrazia del paese nel quale essa stessa è nata: La Grecia. La Fallaci di “Un Uomo” è la giornalista in prima linea, colei che aveva scritto “Niente e così sia” e , successivamente, “Intervista con la Storia”, “ Insciallah” , “ Lettera ad un bambino mai nato”.
Non si soffermi, chi non lo ha letto, agli ultimi libri della sua vita, che hanno suscitato simpatie o antipatie, imitazioni irreali e quanto mai insulse di una scrittrice dipinta come bellicosa tout court. La Fallaci di “Un Uomo” e dei libri di cui dicevo sopra è una Scrittrice fenomenale che trae ispirazione sul campo di guerra falciandolo e condannandolo. Panagulis compie un attentato al regime dei colonnelli diventando una vittima vilipesa nel corpo e nell’anima in Patria, un eroe nel resto del mondo. Anni di carcere duro e di torture indicibili non riescono a demolire una personalità così forte che, grazie all’interesse dell’opinione pubblica e politica mondiale, ritrova l’amara, segnata e sognata libertà. Ma è una libertà che annuncia la morte, una morte alla quale egli stesso va incontro coscientemente allorchè rende pubbliche le infami manovre del potere militare, le tattiche subdole, i sepolcri imbiancati, i legami, le violenze, le connivenze.
L’incontro con la giornalista segna la nascita di un sentimento potente e difficile per due anime libere e orgogliose e innamorate della libertà vera, una delle quali incastrata nella roulette russa di un destino segnato. Rouge ou noir, le jeu est fait, rien ne va plus. “ Più tentavo di aprire l’ostrica per estrarre la perla più essa mi resisteva colando un liquido nero…. Il tuo bosco era pieno di sterpi di spine, appena vi coglievo un fiore mi graffiavo, mi insanguinavo”.
E’ un libro che merita di essere letto, che non si può non apprezzare, che è patrimonio di ogni lettore per l’intensità della storia per l’eccellenza con cui è narrata.
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