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Scacco matto
Immaginate che la vita sia una scacchiera e noi gli scacchi. E da ogni singola mossa dipende non solo la nostra vita, ma anche quella degli altri. E allora che fare? Lasciare vincere l’avversario o batterlo? Qual è la mossa più giusta, per avere salva la vita? Forse la mossa azzardata, la Variante di Luneburg per l’appunto, che non solo ci salverà ma ci consentirà anche di pareggiare i conti con il destino. Pedine nere contro pedine bianche, un’eterna lotta tra il bene e il male, in un’alternanza di vittorie e di sconfitte.
Il romanzo di Paolo Maurensig, scritto nel 1993, ha come filo conduttore il gioco degli scacchi, metafora di vita e, anche per chi non capisce niente del gioco, come me, può apprezzarne la lettura, che a volte riprende i toni del thriller e ci narra anche gli orrori del nazismo senza mai indulgere in pietismi o manierismi di genere. Scorrevole, appassionante a volte fantasioso il romanzo è scritto magistralmente e merita il successo che ha avuto.
“Quand’ero bambino avevo la facoltà di scoprire il grado d'influenza che il gioco esercitava sull’individuo che mi stava dinanzi, solo fissandolo qui, in mezzo alla fronte.” dice Tabori, il maestro di scacchi, che si definisce “un uomo che ha giocato all’inferno”; forse anche Paolo Maurensig ha capito che il libro avrebbe appassionato i lettori, anche senza guardarli in mezzo alla fronte.
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Commenti
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Complimenti per la recensione.
Amalia
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