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la modernità in chiave medievale
Il protagonista del romanzo (Agilulfo) è chiaramente il cavaliere inesistente, personaggio caratterizzato dalla sua splendente armatura, elemento che non solo lo rende visibile ma lo fa anche distinguere dagli altri cavalieri di Carlo Magno. E' un uomo molto rigoroso, tanto che anche in battaglia rimprovera sempre gli altri cavalieri i quali, umanamente, a volte sbagliano. Ovviamente questo comportamento lo rende insopportabile agli occhi degli altri personaggi (soprattutto della bella Bradamante della quale Agilulfo si innamora), e anche a quelli del lettore.
Questo atteggiamento del protagonista ricorda molto gli altri personaggi dei libri che compongono la trilogia; infatti si capisce come Calvino rappresenti in ogni suo personaggio una diversa tipologia umana; in questo caso il cavaliere inesistente raffigura l'uomo moderno, colui che sembra essere privo di ogni genere di sentimento, e che, perciò, non ha neanche una forma umana. Inoltre ha vissuto tutta la vita da cavaliere e quando perde la sua carica si toglie l'armatura e non è più nessuno; allo stesso modo, l'uomo moderno quando perde la sua posizione nella società sparisce e nessuno lo riconosce più.
Sicuramente il libro più difficile dei tre, con un messaggio un pò celato, tanto da essere frainteso dai critici, che ne leggevano una critica ai partiti politici del tempo, però avvincente, divertente e perfino romantico.
Memorabile e stupenda la frase: "Se infelice è l'innamorato che invoca baci di cui non sa il sapore, mille volte più infelice è chi questo sapore gustò appena e poi gli fu negato"